[scJWP IdVideo=”O3DlWa8U-Waf8YzTy”]
Restano ancora da chiarire le effettive cause della tragica esplosione avvenuta a Ravanusa (Agrigento). Tuttavia, con il passare delle ore si fa sempre più concreta l’ipotesi che la deflagrazione sia stata provocata dall’innesco accidentale di un grosso accumulo di gas. L’elenco dei “perché” resta lungo, soprattutto considerando che durante l’ultimo controllo di Italgas, risalente a pochi giorni fa, non è stata accertata alcuna perdita. Anche prendendo per buona l’ipotesi dell’accumulo di gas resta un grosso nodo da scogliere: come si è formata questa bolla? Per trovare una risposta a questa domanda, il Corriere della Sera ha intervistato l’ingegnere Clara Modesto, della direzione centrale per l’emergenza dei Vigili del Fuoco.
La formazione di una bolla di gas
Secondo Clara Modesto ci sono pochi dubbi sul fatto che nel sottosuolo si sia creata un’ingente quantità di gas canalizzato. L’ingegnere sottolinea che affinché si verifichi una deflagrazione del genere sono necessarie tre condizioni. In primo luogo serve la formazione di una bolla di gas. Ciò avviene quando il gas, fuoriuscito a causa di qualche malfunzionamento, si accumulo in uno spazio chiuso confinato. Nel caso di Ravanusa, al momento non è ancora stato chiarito come ciò sia avvenuto. La seconda condizione è che il gas entri a contatto con una quantità d’aria tale da avviare la reazione chimica. “A quel punto basta un innesco, di qualunque tipo, anche l’accensione di una lampadina, per fornire quell’energia che provoca la fiammata o lo scoppio”.
L’eventuale perdita di gas avvenuta a Ravanusa
Restano parecchi dubbi su come possa essere avvenuta la perdita di gas. Modesto sottolinea che i gestori tendono a monitorare costantemente la propria rete e sono in grado di rilevare una fuoriuscita dalla perdita di pressione. Ciò avviene anche per impedire episodi di frode o allacciamenti abusivi. “Nel caso di Ravanusa, bisognerà capire qual è stata la causa e quanto repentino è stato poi lo scoppio”. Non può essere neppure esclusa l’ipotesi di uno smottamento causato dalle ingenti precipitazioni degli ultimi giorni. “Un danno alle tubature può essere causato da una serie di eventi improvvisi e difficilmente prevedibili, come un terremoto”, spiega Modesto.