La situazione umanitaria a Gaza è sempre più precaria, e nella complicatissima quotidianità in cui vive la popolazione nella Striscia, la costante mancanza di medicinali aggrava ancora di più la loro condizione. Secondo quanto affermato dal Ministero della Sanità di Hamas manca oltre il 60% dei farmaci di base per l’assistenza sanitaria primaria, inoltre 350.000 persone con malattie croniche non hanno a disposizione i farmaci necessari.
Come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono solo 15 gli ospedali funzionanti sul territorio a fronte dei 36 presenti a Gaza. Tuttavia sono 13 le struttre che hanno al momento una capacità limitata. Rik Peeperkor, rappresentante dell’OMS sul territorio, nella giornata di ieri ha affermato come il personale di alcuni di questi ospedali si sia trovato costretto ad effettuare amputazioni a causa di mancanza di medicinali utili a curare i pazienti.
Una delle zone più in difficoltà è quella che si vive a Rafah, dove attualmente vivono 1,4 milioni di persone, più della metà di quelle presenti nella Striscia. Qui, secondo le Nazioni Unite, il rischio di diffusione di malattie è sempre più alto.
Con l’offensiva israeliana successiva ai fatti del 7 ottobre, scarseggiano anche gli aiuti umanitari, insufficienti a soddisfare i bisogni di tutta la popolazione. Il Ministero della Sanità di Gaza ha quindi ammonito che il numero elevato degli sfollati e il freddo hanno aumentato la diffusione di malattie respiratorie, cutanee e infettive, tra cui l’epatite virale.
Sono diverse le testimonianze che l’Afp (Agence France-Presse) ha raccolto nel territorio della Striscia di Gaza. Come quella del 60enne Nabil al-Othmani, malato di epilessia: “Mi dicono che i medicinali non sono disponibili”. O ancora le parole di Mohammed Yaghi, un altro sfollato di Gaza City in coda in farmacia: “Stiamo morendo lentamente a causa della mancanza di medicine”. Altro esempio della situazione gravissima a Gaza è la testimonianza di Mohamed Khader, che ha raccontato di aver setacciato le farmacie di Rafah alla ricerca di medicinali per suo padre e sua sorella: “È la quinta farmacia che visito. Ho trovato solo una medicina. Mio padre ha un timpano perforato a causa dei bombardamenti e soffre molto. Mia sorella soffre di lupus eritematoso sistemico e ha bisogno di quattro tipi di trattamento, ma solo uno è disponibile”.
Anche chi gestisce una farmacia, come Mohamed Sahwil, residente di Rafah, ha parlato all’Afp di una situazione catastrofica: “Mancano molti medicinali, in particolare quelli per le malattie croniche. Oltre a quelli per i bambini, antibiotici e persino gli antidolorifici. Anche i farmaci sostitutivi che potrebbero essere utili in certe situazioni sono esauriti da diversi mesi”. Proprio nella zona a ovest di Rafah, in questi giorni centinaia di persone si trovano in coda davanti alla farmacia dell’ospedale Kuwait. “Aspettiamo per ore per avere una compressa. Ci danno un antidolorifico perché non ci sono antibiotici o trattamenti”, dice Jihane al-Qouqa. Abdallah Al-Hajj, a cui è stata amputata una gamba, siede su una sedia a rotelle: “A Rafah non c’è una farmacia dove trovare un antidolorifico per dormire la notte”, si lamenta.
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