Protesta tricolore a Roma: “Mascherina non è bavaglio”

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Mascherine tricolori, bandiera italiana e Inno di Mameli: a Piazza del Popolo si è tenuto in queste ore un sit-in di protesta contro il governo Conte e le misure messe in campo per far fronte all’emergenza Coronavirus “assolutamente insufficienti”. A scendere in piazza un gruppo di manifestanti romani, tra ristoratori e operatori ecologici, e albergatori e casalinghe. Tutti in silenzio durante l’esecuzione dell’inno, hanno poi spiegato le ragioni alla base della loro protesta.

Contro il governo, ma non solo

Siamo qui oggi per compiere un atto di libertà. Per dimostrare che, nonostante il clima di terrore instaurato, esistono degli italiani che non si arrendono“, affermano gli organizzatori della protesta. Che nel centro del loro mirino mettono in particolare l’esecutivo, ma non solo. “Per ribadire che questa situazione è figlia degli errori di chi ci governa. Non certo dei cittadini, che fino ad oggi si sono comportati in maniera esemplare“, aggiungono infatti.

Chi ha deciso di ritrovarsi in piazza a Roma mette al centro della sua protesta, però, tutto il sistema politico in generale e non solo l’attuale esecutivo. Lo si capisce chiaramente dalle loro parole: “La colpa dell’emergenza sanitaria non è dei cittadini, ma di una politica che in questi anni ha chiuso gli ospedali, ha ridotto i posti in terapia intensiva, ha distrutto la produzione nazionale. Quella stessa politica incapace, che ora rischia di farci morire di fame“.

Salute e lavoro: i temi della protesta

Non solo la gestione dell’emergenza sanitaria, quindi, ma anche la crisi del lavoro. Che si sta sempre più facendo strada tra le preoccupazioni di un’importante fetta di cittadinanza. “A quasi tre mesi di distanza dalla chiusura totale ci sono milioni di italiani che ancora non hanno visto un euro“, è infatti la conclusione del discorso dei manifestanti. Prima che i toni della protesta di Piazza del Popolo salissero ulteriormente.

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