Privacy, l’allarme del Garante: “In pandemia esplosa pedopornografia”

I dati relativi alla privacy e alla diffusione della pedopornografia sono divenuti particolarmente allarmanti nel 2020, l’anno pesantemente condizionato dal Coronavirus e dal lockdown. Lo denuncia il Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, dalla Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Qui ha illustrato la Relazione annuale relativa allo scorso anno, alla presenza della Vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni.

Come la pandemia ha inciso sulla tutela della privacy

La funzione sociale della privacy è resa ancor più evidente in una congiuntura come l’attuale. Oggi siamo contraddistinti da rilevanti trasformazioni nel rapporto tra singolo e collettività, tra libertà e poteri. E ciò rende questa una stagione quasi costituente sotto il profilo della garanzia dei diritti“, ha osservato Stanzione.

La permanenza della condizione pandemica ci ha insegnato a convivere con le limitazioni dei diritti. Ciò ha tracciato tuttavia il confine che separa la deroga dall’anomia, dimostrando come la democrazia debba saper lottare, sempre, con una mano dietro la schiena“, ha aggiunto il presidente dell’Autorità per la Privacy.

I dati shock del 2020 e come proteggere gli adolescenti

I dati sono particolarmente allarmanti. “Nel 2020 si è registrato un incremento di circa il 132%, rispetto al 2019, dei casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia – ha illustrato Stanzione –. Inoltre si è verificato un aumento del 77% dei casi di vittimizzazione dei minori per grooming, cyberbullismo, furto d’identità digitale, sextorsion. Il 68% degli adolescenti risulta essere stato, nel 2020, testimone di casi di cyberbullismo“.

La tutela delle persone vulnerabili, ha aggiunto il presidente dell’Autorità per la Privacy, “ha rappresentato il tratto caratterizzante l’attività del Garante in questo primo anno“. E Stanzione ha presentato la sua ricetta: “La protezione dei dati può rappresentare un prezioso strumento di difesa della persona da vecchie e nuove discriminazioni e di riequilibrio dei rapporti sociali. In questo senso la protezione dei dati si sta dimostrando anche e sempre più determinante per un governo sostenibile. E perché la democrazia non degeneri, in altri termini, in algocrazia“.

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