A poche settimane dall’annuncio della cancellazione del tradizionale evento di Sant’Ambrogio, il Teatro alla Scala di Milano ha ufficializzato nella giornata di mercoledì il cambio di ‘look’, forzato dalla pandemia di coronavirus, della sua Prima, presentando un cast stellare per un evento unico nel suo genere. Non sarà infatti un’opera lirica ad introdurre la stagione del teatro milanese, ma un evento che metterà a confronto diversi generi teatrali, trasmesso in tv e in streaming dai canali Rai lunedì 7 dicembre alle 17.
Prima della Scala 2020, il cast
“Non sarà un concerto, ma uno spettacolo, una narrazione. Un cammino tematico”. Queste le parole del regista dell’evento, Davide Livermore, nel corso della conferenza stampa di presentazione svoltasi nella giornata di mercoledì. Il sovrintendente alla Scala Dominique Meyer e il direttore musicale Riccardo Chailly hanno poi illustrato il cast della serata. “Un secolo di musica da Guglielmo Tell a Turandot” darà spazio a ben 24 artisti, con spazio alle aree di famose opere liriche e a momenti dedicati alla danza classica, con Roberto Bolle e i primi ballerini della Scala.
Ci saranno anche Lisette Oropesa e Juan Diego Flòrez, annunciati protagonisti di quella che avrebbe dovuto essere l’opera destinata ad aprire la stagione della Scala, Lucia di Lammermoor di Donizetti, ma anche (in ordine sparso) Jonas Kaufmann, Francesco Meli, Rosa Ferola, Marina Rebecca, Sonia Jonceva, Eleonora Durato, Elina Garanca, Roberto Alagna, Placido Domingo, Ildan Abrazakov, Anita Rachvelishvili, Vittorio Grigolo.
Un evento senza precedenti, nonostante le difficoltà
Per Dominique Meyer si tratta di una vera e propria sfida: “Non sarà un concerto qualsiasi. Vorrei creare delle emozioni e raccontare la storia dell’Opera e una grande speranza, tenere alto il livello della Scala e di parlare al mondo. Siamo in un momento difficile, ma siamo in grado di creare lo stesso delle emozioni“.
“Una lista di artisti di questo genere non ha molti esempi del passato – ha aggiunto il sovrintendente -. Abbiamo voluto coinvolgere il cuore di Milano, abbiamo contattato la Camera della Moda e gli stilisti più famosi vestiranno gli artisti”. Un ringraziamento particolare, da parte di Meyer, è arrivato nei confronti degli sponsor e della Rai: “Tanti partner sono in difficoltà, ma hanno voluto rimanere vicini e aderire concretamente. A cominciare dalla Rai che ha detto subito: ‘Ci Siamo’”.
Dal canto suo, Riccardo Chailly ha aggiunto: “Parlare dell’inaugurazione mi dà una punta di nostalgia, anche di dolore. Sicuramente abbiamo dovuto cambiare rotta controvoglia e contro natura. In questa transizione così complessa, è importante il fatto che Livermore sia il ponte che ci porta in una visione televisiva e drammaturgica differente”.