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Oggi, 3 maggio, è passato un anno dalla morte di Luana D’Orazio nell’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato. Quel giorno la ragazza di 22 anni fu uccisa da un macchinario, sul quale era stato manomesso il sistema di sicurezza. Emma Marrazzo, la madre di Luana, ha parlato di quanto avvenuto ai nostri microfoni.
“Penso a quanto era solare. Appena finiva di lavorare, correva a casa e si sentiva la sua presenza mentre cantava o giocava col figlio. Alessio sa che la mamma non c’è, sa che questo giorno rappresenta il mio compleanno e il giorno della morte di Luana. Dei soldi non vorrei nemmeno sentirne parlare. Si sa che c’è il risarcimento, ma farlo in questo modo è bello? Come ci devo stare io? Non ci mancava nulla. Mio marito lavorava 12-14, anche 16 ore in fabbrica. Eravamo felici. Il titolare dell’azienda in cui lavorava Luana non ha mai provato a mettersi in contatto con me per scusarsi. Se una persona ha un’azienda e non sa niente, può entrare chiunque, la responsabilità è ancora più grossa se sono stati disattivati i sistemi di sicurezza. C’è un fantasma che si aggira per queste fabbriche e disattiva le macchine. Fermiamo questo disastro prima che muoiano altre Luana“.
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