“Lo Stato non ha mai abbandonato Genova“. È questo il messaggio, forte e chiaro, ribadito dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in occasione dell’allineamento esatto del piano strada del nuovo viadotto Polcevera, il nuovo Ponte di Genova. A quasi due anni dalla tragedia del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018, viene “suturata” una ferita che, però, non potrà mai rimarginarsi del tutto.
Oltre al premier erano presenti la ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, il sindaco-commissario di Genova, Marco Bucci, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il prefetto di Genova, Carmen Perrotta, e i vertici delle aziende impegnate nella ricostruzione. Per Fincantieri, l’amministratore delegato Giuseppe Bono, e Pietro Salini, patron di Salini Impregilo.
“La mia presenza qui oggi è testimonianza del fatto che lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia: Genova non sarà lasciata sola“, spiega il premier Conte nel suo discorso.
Le parole del presidente del Consiglio precedono, di poco, il suono delle sirene di cantiere e l’eco di quelle del porto. “Questa presenza è doverosa, ma sono qui anche con grande piacere perché oggi noi suturiamo una ferita. Ricongiungiamo una fondamentale arteria di comunicazione al centro, nel cuore di questa comunità e di questa città. Però siamo anche consapevoli che questa ferita non potrà essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime e noi non dimentichiamo“, prosegue Conte.
Il nuovo Ponte di Genova, a 40 metri d’altezza e lungo 1.067 metri, ricongiungerà i tronconi della A10, spezzati con il crollo del Ponte Morandi. “Anche oggi, che è una giornata speciale, siamo consapevoli come i giudizi di responsabilità, che nascono da quella tragedia, non si siano ancora completati e debbano completarsi. Traiamo anche un’esperienza, la ministra De Micheli lo ha detto: ci stiamo impegnando al massimo perché tragedie del genere non abbiano più a ripetersi“, evidenzia Conte.
Il premier Conte ha poi voluto ringraziare tutti gli operai, i tecnici, i progettisti, i capi cantiere, gli ingegneri e gli architetti che hanno partecipato alla ricostruzione del Ponte di Genova. Per il presidente del consiglio il risultato “è un cantiere simbolo per l’Italia intera: è il cantiere dell’Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, non si lascia abbattere, non si lascia sopraffare“.
Così come a modello deve essere presa la città di Genova, che non si è abbattuta ma ha saputo rialzarsi in poco tempo per cercare di riscrivere una pagina indelebile della propria storia. “Genova è un modello per l’Italia. E insegna che il più grande atto d’amore è impegnarsi a ripartire insieme“, conclude il presidente Conte.
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