Pompei, scoperta tomba unica nel suo genere: è il riscatto del sito?

Una scoperta sensazionale, perché stravolge una sorta di norma che vige tra i ritrovamenti di Pompei. L’ultima scoperta del Parco Archeologico riguarda infatti una tomba con camera per l’inumazione. E il corpo del defunto, quindi, è parzialmente mummificato. Un’anomalia, dato che in città abitualmente i corpi venivano inceneriti. E questo ritrovamento rappresenta un ulteriore passo nel “riscatto” del sito, dopo i tanti problemi degli anni passati.

Scheletro Pompei: tutta la sua importanza

“Si tratta di uno degli scheletri meglio conservati della città antica”, ha spiegato con entusiasmo all’Ansa Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco. Addirittura la campagna di scavi di cui si è occupata anche l’Università Europea di Valencia ha ricostruito parte della vita del defunto. “Doveva avere più di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti“, ha spiegato Zuchtriegel. “Pompei non finisce di stupire e si conferma una storia di riscatto. È un modello e motivo di orgoglio per l’Italia“, ha commentato Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo.

Il sensazionale ritrovamento permetterà di raccogliere un’infinità di dati scientifici. E Pompei negli ultimi mesi si è arricchita di molti reperti di inestimabile valore. Nel mese di novembre del 2020 hanno rivisto la luce altri due corpi, perfettamente conservati. Lo scorso febbraio, invece, un’altra scoperta di inestimabile valore ha riguardato un carro cerimoniale.

Un sito archeologico senza pari, anni e anni di problemi

Una manna dal cielo per studiosi, archeologi, antropologi. Ma non solo. Anche vitale ossigeno per lo stesso sito di Pompei, finito nel corso degli anni più volte al centro di aspre critiche. La cui natura riguardava sempre argomenti simili: un’attenzione tutt’altro che capillare alla preservazione dei tesori dell’antichità.

Il caso più recente per fortuna non aveva arrecato danni, ma aveva alimentato feroci polemiche. Avvenne un anno fa quasi esatto, quando circolarono sul web le immagini di una turista che nel Ferragosto del 2020 fu in grado di salire sul tetto delle Terme Centrali per farsi un selfie. Un atto contrario al regolamento, certo (ai monumenti di Pompei non ci si potrebbe nemmeno appoggiare). Ma sorprese il fatto che nessuno abbia vigilato sulla donna, impedendole un atto tanto pericoloso per la conservazione degli scavi.

Nel corso degli anni, tuttavia, è successo ben di peggio. Una prima denuncia sul cattivo stato di manutenzione del sito archeologico arrivò nel 2010. Nel 2013 i sindacati Cisl e Uil attaccarono il Governo, reo di ignorare Pompei. Tanto da non riuscire ad evitare il crollo di muri e solai. E dopo un’altra drammatica serie di crolli (provocati anche da infiltrazioni), nel 2016 si mosse addirittura l’Unesco. Il sito rischiava addirittura di consumarsi progressivamente quanto inesorabilmente. Una situazione estremamente grave, a cui però si sta tentando di porre rimedio. Con la speranza di accelerare ulteriormente grazie al Pnrr.

E far rinascere Pompei.

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