CRONACA

Poche donne al comando: il rapporto analizza il divario di genere

Nonostante la leadership femminile di Giorgia Meloni, la rappresentanza delle donne nei ruoli di comando in Italia resta limitata

Nonostante l’Italia sia attualmente guidata da una donna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la realtà della rappresentanza femminile nei ruoli di comando rimane drammaticamente sbilanciata. Un recente rapporto intitolato “Sesso è Potere”, prodotto dalle associazioni info.nodes e onData, evidenzia un quadro inquietante riguardo all’accesso delle donne alle posizioni decisionali in vari ambiti della società italiana. La ricerca mette in luce come, nonostante alcuni progressi, il potere politico, economico e culturale rimanga in gran parte nelle mani degli uomini, creando un divario di genere significativo e persistente.

Il difficile accesso delle donne alle posizioni dirigenziali

Il rapporto sottolinea che il difficile accesso delle donne alle posizioni dirigenziali non solo limita le loro opportunità di carriera, ma ha anche ripercussioni dirette sulla qualità delle politiche pubbliche e sulla cultura aziendale. Gli studi internazionali dimostrano che nei paesi in cui le donne occupano più ruoli di leadership si registrano politiche di welfare più avanzate. Ad esempio, stati con una rappresentanza femminile significativa tendono a implementare:

  1. Congedi parentali più equi
  2. Servizi per l’infanzia accessibili

Questi elementi contribuiscono a una società più inclusiva e giusta.

Poche donne al comando: un rapporto analizza il divario di genere nei settori chiave della società italiana -Africa | Foto X @GiorgiaMeloni

 

Uno degli elementi critici che emerge dal rapporto riguarda il gender pay gap, il divario retributivo tra uomini e donne, che è alimentato dalla cosiddetta “segregazione verticale”. Questo fenomeno si riferisce alla scarsa presenza di donne in posizioni di alto livello e alla difficoltà di ottenere promozioni, creando così una spirale di svantaggio economico per le donne. La mancanza di rappresentanza femminile nei luoghi di decisione non è solo una questione di giustizia sociale, ma ha anche un impatto tangibile sull’economia e sul benessere sociale.

Analizzando i dati a livello locale, il rapporto rivela che su un totale di 126.922 persone elette a livello comunale e regionale, gli uomini occupano il 65% delle posizioni, mentre le donne si fermano al 35%. Le giunte regionali e i consigli comunali mostrano una rappresentanza femminile rispettivamente del 41,6% e del 35%. Tuttavia, la situazione peggiora drasticamente per quanto riguarda i sindaci: solo il 15% delle cariche è ricoperto da donne. Negli comuni con più di 100.000 abitanti, la percentuale sale al 20%, ma rimane comunque insufficiente.

Passando al governo centrale, il quadro non migliora. Dei 24 ministeri, solo 6 sono guidati da donne, e la presidenza del Consiglio, pur essendo occupata da una donna, è affiancata da cinque sottosegretari di sesso maschile. In Parlamento, la situazione è simile: i presidenti di Camera e Senato sono entrambi uomini e la rappresentanza femminile alla Camera è del 33%, mentre al Senato è del 36,6%.

Il rapporto “Sesso è Potere” non si limita a tracciare un quadro desolante, ma invita anche a riflettere sull’importanza di promuovere una cultura della parità di genere in ogni ambito della società. È fondamentale che le istituzioni e le aziende italiane adottino misure concrete per garantire una maggiore inclusione delle donne nei processi decisionali, non solo per rispetto della giustizia sociale, ma anche per il bene dell’intera comunità e per il progresso del paese. La promozione di politiche attive, l’adozione di normative più eque e una maggiore consapevolezza sociale sono passi cruciali per colmare il divario di genere e garantire un futuro più equo per tutti.

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

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