Con sempre maggiore frequenza, negli istituti scolastici si verificano episodi che coinvolgono pistole a pallini o ad aria compressa.
Questi incidenti possono essere scatenati da bravate, l’imitazione di personaggi televisivi o addirittura il desiderio di ottenere notorietà sui social media.
Qualsiasi sia il movente, sono uno dei campanelli d’allarme che la violenza nelle scuole – soprattutto quella a spese dei docenti – si fa sempre più sentire, e che va risolta anche tramite misure ministeriali.
Di recente, un quindicenne ha sorpreso una docente in un istituto superiore nella provincia di Salerno sparando con una pistola giocattolo caricata a pallini di plastica. La vittima è stata un’assistente di sostegno che stava aiutando uno studente disabile.
L’insegnante ha subito uno choc emotivo e ha riportato leggere contusioni a causa dei proiettili di gomma.
In un episodio correlato, un giovane di 14 anni ha festeggiato il suo 14esimo compleanno sparando con una pistola a salve a Napoli. Quest’arma, sebbene senza tappo rosso, è stata confermata come non letale.
Tuttavia, il rumore degli spari ha scatenato il panico tra la folla che si stava godendo il sabato sera. Gli agenti della Polizia locale sono dovuti intervenire per ripristinare la calma.
Il quindicenne coinvolto nell’incidente nel Salernitano ha cercato di nascondere la pistola nello zaino di un compagno dopo l’accaduto. I genitori del compagno sono stati convocati, ma, dopo un’attenta ricostruzione dell’evento, è emerso chiaramente chi fosse il responsabile. La pistola è stata sequestrata, e la dirigenza scolastica sta valutando le azioni da intraprendere.
Questi casi, oltretutto, non sono isolati. Alla fine di settembre, un ragazzo di 17 anni ha colpito un professore dell’istituto Romanazzi di Bari utilizzando una pistola giocattolo che spara proiettili di plastica. Anche se il docente è rimasto illeso fisicamente, ha subito un forte stress emotivo.
Mentre nel novembre 2022, gli studenti dell’Istituto Viola Marchesini spararono proiettili di gomma contro un’insegnante, filmando il tutto con un cellulare. La docente è stata colpita alla testa e all’occhio, causando momenti di panico in classe.
La situazione a Bari è stata portata all’attenzione del Governo, anche se sembra che non ci saranno conseguenze penali, poiché il professore ha scelto di non presentare denuncia, ma chiede l’espulsione dello studente responsabile. Ha dichiarato: “Visto che non c’era l’intenzionalità, ho deciso di non avviare un procedimento penale per non compromettere il loro futuro“.
La preside ha deciso di prendere provvedimenti disciplinari, tra cui possibili punizioni o l’espulsione dello studente. Alcuni sostengono l’espulsione come la scelta migliore, sottolineando che non si può trascurare un episodio così grave.
Un episodio particolarmente sconvolgente è avvenuto lo scorso maggio presso l’Istituto Alessandrini di Abbiategrasso.
Uno studente ha aggredito la professoressa di Lettere e Storia, ferendola gravemente a un braccio con un pugnale estraendo successivamente una pistola, successivamente risultata caricata con pallini, creando ulteriore terrore tra gli studenti.
La situazione è stata risolta solo con l’intervento dei carabinieri. Il giovane di 16 anni è poi caduto in uno stato di prostrazione e si è autoinflitto ferite profonde agli avambracci.
L’uso di pistole giocattolo o pneumatiche a scuola sta diventando un problema sempre più grave, con insegnanti che chiedono provvedimenti disciplinari e espulsioni per gli studenti coinvolti.
La violenza nelle scuole è diventata una questione di crescente preoccupazione, e tali incidenti richiedono una risposta ferma e sanzioni appropriate per scoraggiare comportamenti pericolosi.
Secondo l’Associazione Nazionale Presidi (Anp), l’espulsione è una misura che dovrebbe essere applicata solo in caso di episodi più gravi. “Saranno gli organi collegiali a decidere sulle sanzioni, e questo processo potrebbe richiedere diversi giorni. Tuttavia, ritengo che le sanzioni debbano essere applicate con fermezza ed esemplarità, pur avendo anche una funzione educativa“, ha affermato Roberto Romito, presidente regionale dell’Anp.
“Sia chi ha portato la pistola che chi l’ha utilizzata devono comprendere la gravità del loro comportamento. Questi atti non possono essere tollerati. L’espulsione rappresenta la massima esclusione dalla scuola, un’azione che rappresenta una bocciatura anticipata con disonore. Ho visto l’espulsione applicata solo in casi ben più gravi, come nel caso di un accoltellamento“.
Staremo a vedere quali saranno le misure statali e ministeriali per cercare di arginare il problema ed educare meglio i ragazzi.
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