Il Pio Albergo Trivulzio, storica dimora milanese deputata al ricovero di persone anziane, è finito al centro delle attenzioni degli inquirenti in epoca di emergenza Coronavirus. La struttura è la RSA cittadina che al momento conta il maggior numero di decessi (sono quasi 150 su un totale di 1200 persone tra ospiti e pazienti). Per questo motivo la Procura ha aperto un’inchiesta e la Guardia di Finanza sta effettuando perquisizioni.
Pio Albergo Trivulzio: le indagini della Procura
Come spiegato dall’Ansa, gli investigatori stanno acquisendo e sequestrando “una mole ingente di documenti“: si tratta di cartelle cliniche, documenti cartacei e informatici. In più anche i pc e altri dispositivi informatici sono stati sottoposti a sequestro.
Anche il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, è al centro dell’operazione: ha saputo di essere indagato dopo aver ricevuto un’informazione di garanzia. L’indagine della Procura è per omicidio colposo ed epidemia colposa. Al vaglio ci sono anche i documenti che la Regione Lombardia ha inviato alla struttura per la gestione di ospiti anziani e pazienti.
Gli inquirenti stanno verificando se ci siano state carenze nei protocolli interni del Pio Albergo Trivulzio o nei dispositivi di sicurezza per gestire la diffusione del Coronavirus. In particolare le indagini stanno verificando i “nuovi arrivi” di pazienti messi sotto ricovero quando era già scoppiata la pandemia. Tanto più che ufficialmente la struttura non avrebbe ricoverato pazienti affetti da Coronavirus.
Strutture coinvolte e nodo tamponi
C’è anche un nodo tamponi. Nelle RSA ne sono stati effettuati pochi, sia sui ricoverati che sugli operatori. Anche questa documentazione è stata messa sotto sequestro, al pari delle disposizioni interne sull’uso delle mascherine.
Tutto questo materiale finirà sotto l’analisi degli investigatori nei prossimi giorni, con altre strutture di ricovero coinvolte: oltre a quelli del Pio Albergo Trivulzio nel registro degli indagati ci sono i vertici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e quelli delle RSA dei quartieri milanesi di Affori, Corvetto e Lambrate. Perquisizioni sono avvenute anche in alcune strutture della Provincia di Bergamo.