Piano Scuola bocciato da famiglie, presidi e studenti

“Il documento dice l’esatto contrario di quello che chiediamo. La nostra diventerà una manifestazione contro le linee guida e, se le cose non cambieranno, a settembre non porteremo i ragazzi nelle scuole, finirà che dovremo occuparle”. Questa è la posizione del comitato di genitori “Priorità alla Scuola”, a un giorno dalla pubblicazione della bozza del Piano scuola 2020-2021. Le linee guida per la ripresa dell’attività scolastica a settembre sembrano ad ora scontentare tutti: insegnanti, presidi, docenti, studenti e le loro famiglie.
“Classi spezzettate in piccoli gruppi con alunni dalle età diverse. Didattica mista, metà in presenza e metà a distanza, per gli studenti delle superiori. Non è questa la scuola che vogliamo”, lamentano gli studenti.

Piano scuola, genitori: “Così facendo il Governo farà un danno enorme agli studenti”

Dura la posizione del comitato di genitori “Priorità alla Scuola”, che il 25 giugno scenderà in 60 piazze di tutta Italia, insieme con insegnanti e studenti, per chiedere un rientro sui banchi a settembre in completa sicurezza. “In questo modo il governo punta a scrollarsi di dosso ogni responsabilità facendo ricadere tutto sui presidi, ma non si rende conto che farà un danno enorme ai nostri ragazzi”. Così Costanza Margiotta, portavoce del comitato, che sottolinea come le nuove linee guida ostacolino fortemente la continuità nella programmazione didattica. “Gli studenti si ritroveranno con grosse lacune e le diseguaglianze aumenteranno. Per non parlare del fatto che non è specificata alcuna indicazione sui protocolli sanitari da rispettare”, aggiunge.

La posizione dei dirigenti scolastici

Sulla stessa linea anche i dirigenti scolastici. “Ognuno di noi dovrà cimentarsi in un gioco degli incastri ridisegnando spazi, composizione delle classi, turnazione dei ragazzi e degli insegnanti”, ha commentato Alessandro Artini dell’Associazione nazionale presidi, sottolineando che gli istituti non sono pronti ad affrontare da soli questa situazione. “Nella bozza delle linee guida si parla di un miliardo destinato al personale, ma più che ai docenti si fa riferimento agli Ata. Certo si tratta di un aiuto indispensabile, ma certo non si può pretendere che un custode passi un’ora intera a sorvegliare una classe in attesa che arrivi l’insegnante impegnato in un’altra lezione. Questa è follia”, conclude Artini.

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