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CRONACA

Persona dell’anno 2020: gli Oscar della redazione di Newsby

Ultimo giorno dell’anno e ultimi bilanci di questo periodo decisamente complicato. Newsby assegna il suo personale riconoscimento alla Persona dell’anno 2020: una sorta di Premio Oscar a coloro i quali, secondo il nostro insindacabile giudizio, si sono particolarmente contraddistinti negli ultimi dodici mesi per diverse ragioni: politiche, sociali, sportive, scientifiche. Ecco la nostra personale Top Ten.

Due sportivi tra il decimo posto e l’ottavo posto

LeBron James ha riportato il titolo NBA nelle mani dei Los Angeles Lakers 10 anni dopo l’ultima volta. E lo ha fatto nell’anno più triste: non solo per la situazione pandemica che ha inevitabilmente sconquassato anche il mondo del basket, ma anche per via della tragica scomparsa a inizio anno di Kobe Bryant, morto il giorno dopo che King James aveva superato al terzo posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre proprio Black Mamba. Per LeBron è stata una stagione da record, nominato anche MVP delle Finali per la quarta volta in carriera. Top Ten meritatissima per lui.

Elon Musk

Al nono posto Elon Musk. Piazzamento meritato nonostante lo stravagante “nome” dato al suo sesto figlio e soprattutto nonostante qualche uscita a vuoto sul Coronavirus tra gennaio e febbraio scorsi. Ma di certo non è stato l’unico a lasciarsi andare a dichiarazioni poco lungimiranti su questo tema. Se è entrato tra i primi dieci è perché, grazie proprio a lui, dopo un decennio la Nasa ha riportato due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Per la prima volta il compito è stato affidato a un privato e non a una Agenzia statale. Il 30 maggio la capsula Crew Dragon della sua SpaceX è entrata di diritto nella storia.

L’ottava posizione è occupata da un altro sportivo e questa volta si tratta orgogliosamente di un italiano. Jannik Sinner, a 19 anni e tre mesi, è diventato il tennista italiano più giovane ad aver vinto un torneo nell’era Open grazie al titolo ATP conquistato a Sofia il 14 novembre. Due giorni più tardi farà il suo ingresso nella top 40 della classifica mondiale, attestandosi alla posizione n° 37. Non solo. Raggiungendo i quarti di finale al Roland Garros nel 2020, risultando anche in questo caso il tennista del proprio Paese più precoce a spingersi così avanti in un Major. Se non ha le stimmate del fenomeno, poco ci manca.

Persona dell’anno 2020: politica americana e sanità tra il settimo e il quarto posto

Joe Biden

Il 20 gennaio prossimo Joe Biden si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca, diventando così il 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Probabilmente a febbraio nessuno (o pochissimi) avrebbero scommesso un dollaro. Non solo perché Donald Trump era nettamente favorito per la riconferma, ma anche perché Biden a inizio marzo rischiava addirittura di non vincere le primarie del Partito Democratico. E invece, passo dopo passo, agevolato in questo senso dal dilagare della Covid e della crisi economica americana, a novembre ha trionfato. E non ci sono accuse di brogli che tengano.

Sul sesto gradino della nostra classifica di Persona dell’anno 2020 troviamo la Pfizer-BioNTech. E anche in questo caso si potrebbe dichiarare “chi l’avrebbe mai detto…”. Già: chi avrebbe mai potuto prevedere, anche tra le persone più ottimiste, che sarebbe arrivato un vaccino contro il Coronavirus soltanto dieci mesi dopo l’esplosione in Europa? Si è sempre parlato di “almeno un anno e mezzo, tendente a due” di attesa per poterlo somministrare. Anche in questo caso, fortunatamente, tutti ci siamo sbagliati. Il 27 dicembre (parlando di Italia) è stato una realtà. E lo si deve alla partnership tra un’azienda statunitense e una tedesca.

Kamala Harris

Quarto posto ex aequo per due donne. Certamente diversissime una dall’altra per provenienza, storia, ambizione personale e stile comunicativo. Ma entrambe hanno segnato il racconto del 2020 e si legano perfettamente a questo quartetto caratterizzato da politica americana e sanità. La prima è Kamala Harris: 54 anni, sarà il volto giovane della Casa Bianca e tra meno di un mese diventerà la prima donna (e prima persona afroamericana) a diventare vicepresidente degli Stati Uniti. La seconda è Maria Rosaria Capobianchi: direttrice del laboratorio di Virologia presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” (INMI), è nota per avere isolato il coronavirus SARS-CoV-2. A lei, come a tutti quelli che hanno lavorato assiduamente da più parti contro il virus, va tutto la nostra eterna gratificazione.

Il podio della Persona dell’anno 2020

I Ferragnez

Ed eccoci quindi al podio. La medaglia di bronzo va ai Ferragnez. Chiara Ferragni e Fedez hanno sfruttato la loro immensa popolarità di influencer per lanciare una raccolta di fondi con lo scopo di creare nuovi posti letto e l’acquisto degli strumenti necessari nella terapia intensiva del San Raffaele. La campagna benefica è partita il 9 marzo e, dopo appena 14 giorni (tempi record), il nuovo reparto è entrato in funzione. La coppia, inoltre, ha postato sui propri social messaggi di sensibilizzazione per l’utilizzo della mascherina e lo stesso Fedez si è anche fatto latore dell’iniziativa “Scena Unita”: un Fondo per aiutare i lavoratori del mondo dello spettacolo, rimasti fermi a causa della pandemia. Alla fine sono stati raccolti, ad ora, ben 2 milioni di euro. E il progetto rimane ancora aperto.

Giuseppe Conte

Il secondo posto assegnato a Giuseppe Conte non vuole essere un giudizio politico. L’attuale presidente del Consiglio può essere stimato tantissimo o disprezzato altrettanto; e non può essere questa l’occasione per fare infiammare un dibattito a proposito. Di sicuro, al capo del governo va riconosciuto il suo impegno perseverante nel fronteggiare un nemico come questo e in un periodo nero come quello che ha vissuto l’Italia: il peggiore degli ultimi 75 anni. Avrà sicuramente commesso diversi errori (anche a livello di comunicazione). Ma la domanda che tutti quanti noi dovremmo porci per valutare compiutamente con onestà intellettuale il suo operato è: quante persone al suo posto sarebbero riuscite a fare molto meglio di lui? Nemmeno i suoi peggiori nemici gli avrebbero augurato di dovere gestire una situazione del genere.

Black Lives Matter

Vince la prima edizione degli Oscar di Newsby il movimento attivista internazionale di Black Lives Matter. Nato nel 2013 all’interno della comunità afroamericana e impegnato nella lotta contro il razzismo, è tornato nuovamente in auge a partire dalla fine di maggio: le proteste successive all’uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto hanno reso il movimento ancora oggetto dell’attenzione dei media internazionali. Al di là di alcuni episodi controversi (anche violenti) contro la polizia, Black Lives Matter ha inciso non poco nella vittoria di Biden. Il movimento ha convinto le minoranze a non gettare il proprio voto nell’indifferenza. E di fatto ha ricordato che ogni scelta (qualunque essa sia) fa la differenza. È lui dunque ad aggiudicarsi il premio di Persona dell’anno 2020, secondo la nostra redazione.

Le altre menzioni speciali

Checco Zalone

Non hanno fatto parte di questa classifica di Persona dell’anno 2020, ma sono personalità/entità che meritano comunque di essere citate. E, anche in questo caso, per motivi diversi. Partiamo da Checco Zalone, che con il suo film Tolo Tolo non solo ci ha accompagnato nell’ultima fase di ‘normalità’ da fruitori delle sale cinematografiche, ma ci ha fatto anche scoprire un attore diverso: un comico che è in grado allo stesso momento di farci ridere alla follia e di farci commuovere. Affrontando un tema politico assai divisivo, come quello dell’immigrazione.

Un grazie da parte di tutti gli amanti del calcio va fatto all’Atalanta. Una squadra spettacolare, che è andata a un passo da una (ancora più storica) semifinale di Champions League, rendendo omaggio nella maniera più bella ai gravissimi lutti che la città di Bergamo e la sua provincia ha dovuto affrontare.

Papa Francesco

L’immagine di papa Francesco che concede l’indulgenza plenaria in una piazza San Pietro completamente vuota rimarrà una delle istantanee più significative del lockdown. Bergoglio ha poi compiuto un passo decisamente importante nell’apertura nei confronti delle unioni civili. Non proprio una cosa da tutti i giorni. Né tanto meno da tutti i pontefici.

Sergio Mattarella

Infine, lui: Sergio Mattarella. Ha rappresentato e rappresenta l’immagine più bella dell’Italia. Il suo stile, il suo garbo, il suo costante tenere la barra dritta nonostante le difficoltà, coi suoi richiami all’unità, la sua salita silenziosa e solitaria all’altare della Patria per la Festa della Liberazione e i suoi abbracci a Codogno e Bergamo hanno dimostrato ancora una volta (se ce ne fosse stato bisogno) la grande autorevolezza e dedizione con la quale ricopre il ruolo di Presidente della Repubblica.

E poi concedeteci, con un pizzico di orgoglio, nel ringraziarlo per come ha strigliato con efficacia la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, la quale con una gaffe aveva fatto esplodere lo spread (“Dall’Europa venga solidarietà, non ostacoli”), e di come ha replicato con eleganza a Boris Johnson, che aveva affermato che il Regno Unito avesse più contagi dell’Italia solo perché da loro amano la libertà. Il capo dello Stato gli aveva risposto così: “Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà”. Come si dice in questi casi: game, set, match. Grazie, Presidente. Anche per quel divertente fuorionda del barbiere.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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