Patrick Zaki è libero. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere da quasi due anni con l’accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici, “non è stato assolto”. Tuttavia verrà rilasciato dal carcere tra stasera e domani mattina e dovrà apparire davanti alla corte di nuovo il 1° febbraio. L’ordine di scarcerazione, secondo fonti legali vicine a Zaki, è stato già firmato. L’annuncio è stato accolto con un urlo di gioia nel tribunale.
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Si era svolta ai Giardini Margherita di Bologna la manifestazione in supporto a Patrick Zaki. Lo studente dell’Università di Bologna è da ormai 22 mesi che è incarcerato in Egitto. Zaki era stato processato nella giornata di oggi, martedì 7 dicembre, all’ultima udienza al tribunale di Mansoura. Rischia la pena massima di cinque anni di reclusione. La sentenza, in caso fosse così deciso dai giudici, sarebbe inappellabile. Presenti alla manifestazione, tra gli altri, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, il Magnifico Rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari, il Delegato del Rettore per gli Studenti, professor Federico Condello, e la professoressa Rita Monticelli.
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“Temiamo il peggio, ma speriamo il meglio. La realtà è che molti dei processi celebrati dai tribunali di emergenza, come quello a cui è sottoposto Patrick, durano poche udienze e spesso terminano con una condanna. Ma c’è ancora speranza”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, a margine della manifestazione che si è tenuta a Bologna in supporto di Patrick Zaki. Lo studente dell’Alma Mater sarà processato oggi all’ultima udienza al tribunale di Mansoura, in Egitto, dove rischia la pena massima di cinque anni di reclusione. La sentenza, in caso fosse così deciso dai giudici, sarebbe inappellabile.
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Sono parole di commozione quelle di Iustina Mocanu, Responsabile del Gruppo Universitario di Amnesty International di Bologna. Ma anche consapevoli che la battaglia non è ancora finita.
“Patrick sta bene, anche se fisicamente e psicologicamente provato. Alle 18 di oggi finalmente potrà uscire dal carcere per riabbracciare la sua famiglia e dormire in un letto caldo. Noi siamo felici e commossi per questa notizia, ma non ci fermeremo finché tutte le accuse non cadranno” ha affermato Mocanu commentando la scarcerazione di Zaki.
Patrick era stato arrestato il 7 febbraio del 2020 tornando in Egitto per una vacanza e i 19 mesi di custodia erano stati giustificati con accuse di propaganda sovversiva fatta attraverso dieci post su Facebook. Il rinvio a giudizio è avvenuto invece per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” sulla base di tre articoli scritti da Zaki, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana.
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