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Oggi il Comune di Torino ha appeso un ritratto di Patrick Zaki, il ricercatore che aveva studiato a Bologna e che da quasi un anno si trova nelle carceri egiziane. Un’iniziativa fortemente voluta dall’associazione InOltre, come illustrato da Lorenzo Canale.
La mobilitazione per Patrick Zaki
“Rappresento l’associazione InOltre, che si è battuta perché venisse appeso questo ritratto di Patrick Zaki, per sensibilizzare in merito alla sua reclusione in Egitto – ha spiegato Canale –. Si trova recluso da quasi un anno, senza aver ancora ricevuto un vero e proprio processo. Attualmente si trova in una condizione di vera e propria balìa“.
L’iniziativa nel nome di Patrick Zaki non si ferma qui: “Intendiamo portare avanti un altro aspetto di sensibilizzazione. Siamo in un periodo in cui il treno per molte persone si è fermato, intendo la macchina produttiva di tutti i giorni. Tuttavia in altri casi questa macchina produttiva non si è fermata. Ad esempio, i trattati economici con l’Egitto sono su un piano diverso rispetto a quelli umanitari. Perché l’economia va avanti, mentre un giovane studente non riceve giustizia“.
Le contestazioni all’Italia e le iniziative in tutto il mondo
Canale contesta un atteggiamento da parte dell’Italia poco incentrato sugli aspetti umanitari nei rapporti con l’Egitto. Con la conseguenza, dal suo punto di vista, di mettere in secondo piano la situazione di Patrick Zaki. “Gli accordi vanno avanti, perché se le due questioni sono in contraddizione tra loro, se ne privilegia sempre e inevitabilmente una“, ha affermato infatti.
L’iniziativa di Torino è comunque tutt’altro che isolata. “Molte città in Europa e in tutto il mondo l’hanno fatto, e lo stesso vale per l’Italia. Quindi era importante che anche Torino aderisse. Dovevamo dare spazio a questa storia e soprattutto a questo giovane. Il ritratto è opera di Francesca Grossa, e allegata c’è una lettera tradotta in varie lingue che abbiamo anche mandato allo stesso Patrick Zaki“, ha concluso l’attivista.