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Dopo l’inizio della guerra in Ucraina “abbiamo rilevato un aumento delle richieste di pasticche di iodio, e come al solito quando c’è un aumento di richieste i prodotti vengono a mancare. Ora è più difficile trovarle. Le persone le vogliono per assorbire le radiazioni. In questo quartiere ci sono parecchie badanti ucraine, vengono qui ad acquistare queste pasticche e sicuramente le manderanno in Ucraina“. Così la titolare di una farmacia di Roma, a proposito della corsa alle pastiglie a base di ioduro di potassio (KI), un composto utilizzato come farmaco contro l’ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni dovute a un eventuale utilizzo di armi nucleari nella guerra in Ucraina.
Un suo collega aggiunge: “La richiesta di questi integratori è aumentata, però possono essere un problema per la salute perché possono danneggiare la tiroide“. I clienti sono informati dei rischi legati all’assunzione delle pillole, ma non tutti sembrano prenderle sul serio. Da quando questi medicinali sono diventati difficili da reperire, i farmacisti hanno provato a orientare i clienti su altri prodotti. “I clienti che richiedono le pillole di iodio hanno tra i 60 e i 70 anni. I giovani non le cercano. Noi comunque chiediamo sempre la ricetta, perché non è un farmaco da banco“, ha spiegato un’altra farmacista.
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