Enzo Totti, papà di Francesco, è morto: era positivo al Coronavirus

Enzo Totti, papà dell’ex capitano della Roma Francesco Totti, è morto lunedì 12 ottobre all’Ospedale Spallanzani della Capitale. Era stato ricoverato nella struttura sanitaria dopo aver contratto il Coronavirus, ma era affetto anche da altre patologie. Oltre al figlio ex calciatore, lascia la moglie Fiorella e Riccardo, fratello maggiore di Francesco.

Enzo Totti: una vita a fianco del figlio Francesco

Noto come ‘lo Sceriffo‘ tra i suoi parenti, Enzo Totti è stata una figura molto presente a Trigoria durante la carriera del figlio nella Roma. Le cronache capitoline raccontavano spesso delle sue incursioni al campo di allenamento giallorosso con tanto di pizza per festeggiare il compleanno del figlio. Spesso si recava anche nei ritiri precampionato della squadra, sulle alpi italiane o austriache.

Il 19 marzo, in occasione della festa del papà, Francesco aveva pubblicato su Instagram una foto che lo ritraeva ancora bimbo in braccio a Enzo Totti. “Tutto quello che mi hai insegnato lo sto trasmettendo ai miei figli, i tuoi nipoti. Grazie per tutto papà mio…anzi sceriffo“, era stato il suo commento. Francesco, padre a propria volta di Cristian, Chanel e Isabel, aveva manifestato tutto il proprio disappunto in agosto contro il settimanale ‘Gente’, per una foto in copertina della figlia secondogenita.

 

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Tutto quello che mi hai insegnato…lo sto trasmettendo ai miei figli…ai tuoi nipoti😉😉grazie x tutto papà mio❤️…anzi sceriffo😘😘

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I luoghi di famiglia e il primo pallone del campione

Come riferisce l’edizione romana di ‘Repubblica’, Enzo Totti soffriva di problemi cardiaci e di diabete, cui si è aggiunto recentemente il contagio da COVID-19. Romano e romanista, Francesco amava raccontare di lui diversi aneddoti legati al periodo dell’infanzia. Come quando cercava di pungolare il figlio aspirante calciatore affermando che il fratello Riccardo fosse “migliore di lui“.

Fu proprio Enzo Totti a regalare a Francesco il primo pallone, un classico Mikasa a pentagoni neri ed esagoni bianchi. Passato all’immaginario collettivo anche il suo luogo prediletto per le vacanze (Torvajanica) e l’appartamento in via Vetulonia. Proprio lì, oggi, sorge un murales grande quanto una palazzina. L’omaggio del vicinato a un campione divenuto un simbolo cittadino. E che aveva un papà che lavorava in banca e amava visceralmente la sua famiglia e il pallone.

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