L’espulsione di Luca Palamara dall’Anm è definitiva. L’ex presidente del ‘parlamentino’ delle toghe non fa più parte dell’assemblea generale degli iscritti per gravi violazioni del codice etico. L’Anm, riunita a ranghi ridottissimi (un centinaio i presenti a fronte di 7mila soci), ha confermato il provvedimento del 20 giugno scorso del Comitato direttivo centrale. Il ricorso del pm sotto inchiesta a Perugia per corruzione è stato bocciato: soltanto un voto è stato a favore di Palamara.
“Sono stato travolto dalla fiumana e mi sono perso, ma non sento di essere stato moralmente indegno”, ha detto il magistrato sotto inchiesta a Perugia. “Fino al 2008 ho fatto lo scribacchino di atti, prima a Reggio Calabria poi a Roma”, ha ricordato, ricostruendo la sua carriera, “poi la mia posizione nella vita politico-associativa mi ha dato un altro ruolo. Ho vissuto un’altra vita, una vita di rappresentanza, se ho fatto bene o male non posso dirlo io”.
Le rivendicazioni di Palamara al Csm: “Mai venduto la mia funzione”
Secondo Palamara “è stato un errore tornare alla procura di Roma dopo il Csm, un errore fare poi la domanda da aggiunto. Le cariche che ho avuto mi hanno fuorviato, e mi hanno fuorviato le mille richieste che mi arrivavano”, ha ammesso. E riferendosi alle molte conversazioni estratte dalle chat del suo cellulare ha spiegato: “Non ho mai cancellato i messaggi, dalle chat dono scaturiti 3 procedimenti penali e 6 disciplinari. La frequentazione con Lotti? Col senno di poi dico che non dovevo farlo”. Il magistrato ha poi però rivendicato di non aver “mai venduto la mia funzione, né a Lotti, né a Centofanti, né a nessuno. Il confronto con la politica sulle nomine è sempre esistito”.
“Da magistrato e da cittadino che crede profondamente nel valore della giustizia equa ed imparziale ribadisco che le decisioni devono essere rispettate. Con altrettanta forza ribadisco di non aver mai barattato la mia funzione. Auguro buon lavoro all’Anm nell’auspicio che torni ad essere la casa di tutti i magistrati”, ha commentato Palamara. Luca Poniz, presidente dell’organismo rappresentativo che raggruppa i magistrati italiani, nel chiudere gli interventi all’assemblea generale ha dichiarato: “L’Anm a cui pensa Luca Palamara non esiste più e questo è un buon risultato”.