Nel corso degli Stati Generali della natalità, che si sono svolti a Roma all’Auditorium della Conciliazione, ci sono stati vari interventi incentrati sul calo delle nascite, trend che ormai prosegue da qualche anno. Era presente anche Giuseppe Valditara, il ministro dell’Istruzione, che ha parlato dell’impatto di questo fenomeno sulla scuola. “Dati alla mano vediamo quale impatto il futuro demografico avrà sulla scuola e sull’istruzione per il prossimo decennio. Il quadro è effettivamente allarmante. Fra 10 anni dagli odierni 7,4 milioni di studenti, dato del 2021, nell’anno scolastico 2033/34 si scenderà a poco più di 6 milioni, ad ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno“.
Non è mancato neppure un intervento di Eugenia Maria Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità. “I fattori che mettono a rischio la natalità riguardano principalmente le pari opportunità. Noi vogliamo agire attraverso tutti i provvedimenti per sostenere il lavoro femminile, creare un ambiente di lavoro favorevole alla maternità e alla paternità, considerando come fondamentale il criterio dei figli. Stiamo intervenendo sui trasferimenti diretti con l’aumento del 50% dell’assegno unico e poi attraverso il provvedimento che ha sostituito il reddito di cittadinanza che oggi è tarato più sui figli e sulla povertà infantile. Congedi parentali incentivati ma bisogna valorizzare anche il ruolo dei padri nell’accompagnare la maternità delle donne che sono ancora la maggioranza a prendere i congedi“, ha spiegato Roccella.
“Nel 2023 non siamo partiti proprio benissimo, per le previsioni ragionevoli per il futuro abbiamo che nel 2070 su 59 milioni di abitanti scenderemmo a 48 milioni con 11 milioni in meno. Avremo un Paese con quasi 800 mila morti annui e poco più di 300 mila nati. Immigrazione contributo importante, nelle previsioni Eurostat dell’Italia stimano 260 mila l’anno e non modificano la tendenza regressiva perché dimezzerà la perdita della metà con 5 o 6 milioni l’anno. L’immigrazione diventa problematica nel momento in cui non viene metabolizzata, le politiche pubbliche devono essere di governo del fenomeno, magari sarebbe anche interessante un processo di formazione nei paesi di provenienza. Se un lavoratore viene qui sapendo già l’italiano sarebbe un aiuto non da poco. Siamo un paese con 7 milioni di immigrati e salvo qualche imbecille non è successo nulla di grave. Non saremo mai un Paese razzista“. Così Giancarlo Blangiardo, Istat, presso gli ‘Stati generali della natalità”.
Anche Gigi de Palo, il fondatore degli “Stati generali della natalità” è intervenuto. “Se non arriviamo a quota 500 mila nuovi nati entro il 2033 crolla tutto. Questo è quello che sappiamo, dobbiamo iniziare a lavorare su questo obiettivo. Sulle politiche la dichiarazione del presidente del Consiglio quando si è insediata che ha messo al centro la famiglia e natalità come un tema centrale. La cartina di tornasole sarà la prossima legge di Bilancio, quello che noi chiediamo è un assegno unico più forte sul modello della Germania, poi, visto che si sta facendo una riforma fiscale, che si paghino le tasse non in base al reddito ma in base alla composizione del nucleo familiare“, ha dichiarato. Sugli incentivi casa per i giovani: “Un lavoro a tempo indeterminato non tenendo i giovani in età fertile a partite iva e poi visto che si stanno modificando i fondi del Pnrr in armi, usiamo questi fondi per far partire la natalità“.
Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma, ha dichiarato di condividere “l’allarme lanciato sull’inverno demografico che è una realtà in Italia di cui dobbiamo considerare una priorità per costruire le politiche a sostegno della genitorialità. Importanza affiancare l’assegno unico ad un insieme di politiche. I giovani hanno poco lavoro, precario e mal pagato, è più difficile affrontare il desiderio di genitorialità. Quindi qualità del lavoro e sostegno alle retribuzioni. Non si può aspettare che le carriere si stabilizzino a 40 anni, invito il governo di pensare a questo e di considerare questo aspetto. A Roma le nostre politiche stanno producendo un aumento dei bambini che frequentano i nidi e proseguiremo su questa strada di sostegno alle famiglie. Mi piace immaginare questa città a misura di bambino con anche maggiori spazi urbani, questo è un tassello delle politiche di rigenerazione a cui tutti devono collaborare“, ha concluso il sindaco della Capitale.
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