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Questa è una storia diventata virale sui social, resa pubblica anche dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli. Il suo protagonista è il signor Giuseppe (Pino) Mobilia, titolare di un negozio di intimo a Via Santa Teresa Degli Scalzi. Il commerciante ha trovato una borsa piena di soldi e gioielli su una panchina di Napoli e ha girato la città per restituirla. “Una mamma incinta ne aveva bisogno. Questa è normalità, nessun atto eroico“, ha spiegato.
Il ritrovamento della borsa
“Non è possibile che per un gesto così normale sia successo questo finimondo. Semplicemente abbiamo restituito ciò che apparteneva a questa famiglia. Sono i loro beni, le cose che hanno. Davvero non abbiamo fatto niente di che. Ma siamo così abituati al marcio, oggigiorno, che un gesto così semplice crea scalpore“, ha raccontato il commerciante di Napoli.
Quindi Mobilia ha raccontato l’accaduto. “Mia madre si è accorta che questa persona dello Sri Lanka era seduta sulla panchina, mentre il marito acquistava la frutta. Quindi mi ha detto di aver ritrovato la borsa sulla panchina, con dei beni dentro“. Il tutto è avvenuto in una delle principali strade di Napoli. “Mi ha spiegato di chi fosse questa borsa – ha spiegato il negoziante –, ricordando che la donna era incinta e aveva tre bambini. Stava aspettando la quarta, una femminuccia“.
Come Napoli si è attivata per la restituzione
“Appena ho sentito la storia, mi sono domandato che cosa stavamo aspettando per attivarci e riportare la borsa alla signora prima che le venisse un colpo. Quindi la prima cosa che abbiamo fatto è stata cercare un documento per rintracciarne il titolare“, ha aggiunto Pino. E buona parte del quartiere di Napoli si è mobilitata: “Abbiamo trovato l’indirizzo, così mi sono fatto prestare lo scooter dal fruttivendolo. Sono andato con Don Luigi, che è un po’ più vecchio di me. Siamo arrivati all’indirizzo, abbiamo bussato e ci ha risposto una ragazzina dello Sri Lanka. Così le abbiamo spiegato che i genitori avevano smarrito dal fruttivendolo la borsa“.
Quindi, un primo colpo di scena. “La bambina ci ha detto che sua madre e suo padre non avevano perso nulla, quindi siamo ritornati qui sconfitti. Ho restituito le chiavi al fruttivendolo, e stavo per andare dai Carabinieri. Ma il fruttivendolo ci ha suggerito di rivolgerci all’ufficio postale, dove spesso vedeva il marito di questa signora. Non mi costava nulla tentare, sono andato, lo conoscevano e l’hanno chiamato al cellulare. In quel momento la missione era compiuta, ho salutato Don Luigi e sono tornato a fare il mio lavoro. Abbiamo solo chiesto al signore di non rimproverare la moglie“, ha concluso il commerciante. Aggiungendo: “Il bene si fa in silenzio. Non l’ho fatto per pubblicità, ma per mandare il segnale che ancora al mondo esiste la bontà. Soprattutto a Napoli, dove è la normalità. E speriamo che ci tolgano altre etichette“.