“Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!”. Così recitava un celebre slogan della Democrazia Cristiana per le delicate elezioni politiche del 18 aprile 1948, nelle quali i cattolici dovevano fare i conti con il Fronte Democratico Popolare composto da socialisti e comunisti. Slogan che avrebbe però bisogno di essere aggiornato, con l’avvento dei cellulari.
Oggi, infatti, basta una fotografia per far sapere a tutti la propria preferenza, nonostante il segreto. Proprio come capitato ieri tra Napoli e l’hinterland, dove gli elettori sono chiamati alle urne per le elezioni amministrative. I carabinieri hanno infatti denunciato quattro persone per “violazioni alla legge che assicura la segretezza dell’espressione del voto nelle consultazioni elettorali”.
I primi due – un 19enne di Chiaiano e un 42enne di Marianella già noti alle forze dell’ordine – si sono fatti tradire dai click delle fotocamere dei rispettivi smartphone. Come previsto dalla normativa, al loro ingresso nei seggi, i presidenti di due sezioni di Chiaiano e Piscinola hanno chiesto ai due elettori di lasciare qualsiasi dispositivo elettronico prima di entrare in cabina.
“Non abbiamo telefoni addosso”, hanno replicato i due. Peccato che, proprio al momento del voto, i componenti dei seggi abbiano udito chiaramente il suono della fotocamera provenire dalla cabina. I presidenti hanno quindi allertato i carabinieri del nucleo Radiomobile di Napoli. I militari intervenuti sul posto hanno infine denunciato a piede libero i due ‘fotografi’ e sequestrato loro i cellulari.
Episodi simili a quelli andati in scena a Volla, comune di 25mila abitanti dell’area metropolitana del capoluogo campano. Anche qui gli uomini dell’Arma hanno denunciato per lo stesso reato due cittadini di 25 e 38 anni. Il primo è stato sorpreso direttamente dal presidente di seggio mentre fotografava con lo smartphone la scheda appena compilata.
Al momento del sequestro, nel telefono i carabinieri hanno poi trovato la foto della scheda elettorale del 38enne, inviata poi al 25enne via social. Il più grande dei due, riferisce il Comando provinciale dell’Arma in una nota, aveva addirittura pensato bene di filmare l’intera operazione di voto. Scattate le denunce, continuano le indagini dei militari per individuare altre persone coinvolte.
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