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Ennio Morricone è morto, per le conseguenze di una caduta domestica. Un quadro che però non era una novità dal punto di vista clinico, come confermato in conferenza stampa da Vincenzo Denaro, ortopedico e amico di famiglia da molti anni del celebre compositore. “Il primo episodio risale a circa 6-7 anni fa – ha spiegato –. Ennio Morricone cade improvvisamente e ha una frattura importante. Siamo al 6-7 agosto del 2015, e lui ha nei primissimi giorni di settembre un grande concerto all’Arena di Verona. Che vuole onorare assolutamente, perché hanno già venduto diecimila biglietti. Così mi chiede di operarlo per metterlo in condizioni di fare entro un mese il concerto. Da qui si vede la forza d’animo e la grandezza di questa persona, che con grande volontà dopo un mese è andato a dirigere un concerto“.
Denaro descrive quindi l’Ennio Morricone privato, mescolandolo all’immagine di sé che ha trasmesso alla popolazione italiana e poi mondiale: “Un uomo molto forte, un grande musicista che ha solcato il secolo precedente e l’inizio di quello attuale. E che ha portato anche onore alla nostra terra, perché è un grandissimo autore. Sul piano personale ha una personalità molto forte. Personaggio solido, schivo, gli piaceva vivere da solo con la sua famiglia meravigliosa. Questo fino a pochi giorni fa“.
Quindi i recenti episodi, con Morricone che quasi subito intuisce che rispetto alle vicissitudini passate c’è qualcosa che non va: “Circa un mese fa ha un’altra caduta. Stavolta non più su base traumatica, nel senso che non inciampa, ma viene colpito da un disturbo respiratorio. Si procura un’altra frattura, per la quale viene immediatamente operato. Però poi passa alla medicina interna, dove viene assistito in presenza di questa difficoltà respiratoria che lo ha portato alla morte“.
Non una sorpresa, secondo quanto riferito dal dottore e amico di Ennio Morricone: “Lui se l’aspettava. L’aveva prevista nei piccoli dettagli, pensando anche alla modalità del suo funerale e alle persone da invitare. Assolutamente non voleva nessuna complicità“.
“L’ho sentito ieri mattina, era lucido per quanto sofferente. Abbiamo parlato dell’Aldilà, del fatto che lui era molto credente e si chiedeva con chi si sarebbe alleato una volta andato in Paradiso, se con Beethoven o Mozart. E questo gli piaceva moltissimo“, conclude il dottor Denaro. E con questo finale sprazzo di geniale lucidità si è conclusa l’esperienza terrena del grande Ennio Morricone.
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