Nel primo mese dall’introduzione dell’obbligo del casco per chi utilizza monopattini elettrici, i noleggi hanno registrato un calo del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa riduzione significativa sta spingendo molte aziende di noleggio a rivalutare la loro presenza non solo in diverse città, ma in generale sul territorio italiano. L’Italia è infatti uno dei pochi paesi al mondo ad aver adottato questa regola, che sta avendo un impatto notevole sul settore della micromobilità.
L’obbligo del casco è parte di un pacchetto di misure approvate dal governo e dal parlamento lo scorso novembre, pensato per migliorare la sicurezza nell’ambito della cosiddetta micromobilità. Oltre al casco, è stata introdotta anche la necessità di dotare i monopattini di una targa e di un’assicurazione di responsabilità civile (RC), che copre i danni a terzi causati dal mezzo. Tuttavia, mentre i decreti attuativi per l’applicazione di targa e assicurazione non sono ancora stati pubblicati, i controlli sull’uso del casco sono iniziati dal 14 dicembre. Chi non rispetta questa regola rischia multe comprese tra 100 e 400 euro.
Per i privati, queste nuove regole comportano conseguenze relativamente minori: acquistare un casco e portarlo sempre con sé. Tuttavia, per le aziende di noleggio la situazione è molto più complessa. Non esiste un sistema sicuro per fissare i caschi ai monopattini, e questo comporta costi aggiuntivi e difficoltà logistiche. A Firenze, per esempio, l’azienda RideMovi deve acquistare oltre 450 caschi ogni mese per sostituire quelli rubati o danneggiati. Inoltre, i caschi devono essere puliti e sanificati regolarmente, aumentando ulteriormente i costi operativi. Questi ostacoli rendono meno competitivo un modello di business che si basa sulla semplicità e velocità di utilizzo.
Andrea Giaretta, direttore generale di Dott e vicepresidente di Assosharing, ha sottolineato che il calo dei noleggi è particolarmente evidente nelle città di medie e piccole dimensioni, dove il turismo è meno presente rispetto a grandi metropoli come Roma e Milano. In queste località, molti turisti continuano a utilizzare i monopattini senza rispettare l’obbligo del casco, rischiando così di incorrere in sanzioni. Un esempio emblematico è quello di Busto Arsizio, dove RideMovi ha deciso di cessare il servizio a causa della scarsa domanda.
Giaretta ha criticato la frequente instabilità normativa in Italia, sottolineando che le regole sui monopattini sono cambiate cinque volte negli ultimi cinque anni. Secondo Assosharing, l’obbligo del casco è una misura eccessiva, considerando che negli ultimi anni erano già state introdotte diverse norme per aumentare la sicurezza, come la riduzione della velocità massima a 20 km/h e l’obbligo di luci e indicatori di direzione. Inoltre, il tasso di incidenti gravi con monopattini è molto basso, e per i mezzi a noleggio è addirittura inferiore rispetto a quelli di proprietà.
Un altro punto controverso riguarda l’incoerenza normativa. La legge equipara i monopattini alle biciclette, per le quali però non è previsto l’obbligo del casco. Allo stesso tempo, per le bici a pedalata assistita, il casco è obbligatorio solo se il motore supera i 250 watt di potenza. Secondo Giaretta, sarebbe più logico introdurre regole analoghe per i monopattini, considerando la loro potenza.
L’ultima possibilità per modificare queste regole potrebbe arrivare con i decreti attuativi, ma è improbabile che il governo faccia marcia indietro sull’obbligo del casco. Assosharing stima che il calo dei noleggi comporterà la perdita di circa mille posti di lavoro e ridurrà la varietà di mezzi disponibili per gli spostamenti, con effetti negativi su traffico e parcheggi. Giaretta ha criticato l’approccio del governo, definendolo “distaccato dalla realtà” e poco attento alle esigenze concrete del settore e dei suoi utenti.
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