Il miracolo di San Gennaro si è ripetuto a Napoli. L’evento si è verificato sabato 19 settembre nel Duomo cittadino. Rispetto alle abitudini, però, la chiesa era inevitabilmente semideserta a causa delle misure di sicurezza legate alla pandemia di COVID-19.
Napoli: giorno di festa in un Duomo semideserto
L’annuncio della liquefazione del vescovo e martire è stato dato come da tradizione dal Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. L’evento si è consumato alle ore 10:02. La Cappella in cui è custodita la reliquia è stato consentito alle sole “parenti” del santo. Si tratta delle donne che secondo la tradizione pregano il patrono di Napoli e della Campania. Per ragioni di sicurezza l’accesso è stato invece negato agli altri fedeli.
Il cardinal Sepe ha quindi parlato del miracolo di San Gennaro, giunto in un anno particolarmente difficile per tutti. Proprio per questo motivo, ha spiegato, “la ricorrenza è stata attesa più di altre volte“. Ha quindi sottolineato “con gioia e commozione” il segnale di vicinanza alla città del padrone, “in questo tempo così terribile di Coronavirus“.
Miracolo di San Gennaro: le date e la tradizione
Sono tre le date in cui a Napoli si ripete ogni anno il miracolo. Si tratta del sabato precedente alla prima domenica di maggio, di una data nel mese di dicembre, e appunto del 19 settembre. Questo è infatti il giorno in cui si festeggia San Gennaro. Tale fenomeno, nella sua ritualità, è tradizionalmente interpretato come un segnale di buon auspicio per la città e tutta la Campania.
Il miracolo di San Gennaro è stato documentato per la prima volta nel XIV secolo, anche se il martire visse tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. La tradizione tramanda che il suo sangue fu raccolto da una donna poco dopo la sua decapitazione. Conservato nelle tradizionali ampolle, il primo episodio della liquefazione avvenne negli anni immediatamente successivi. Le indagini scientifiche che hanno provato a spiegare il fenomeno sono state nel tempo molteplici.