Agostino Miozzo è stato uno dei protagonisti in questi difficilissimi mesi di contrasto alla pandemia in Italia. Ma nel frattempo ha deciso di dire basta. “Sono stanco. Ho comunicato le mie dimissioni al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Sono in prima linea da inizio gennaio 2020 e credo di aver dato molto“, ha infatti dichiarato nel corso di ‘Mattino Cinque’.
Già coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo da circa un mese e mezzo lavorava come consulente del ministro Bianchi. “Lo vedrò oggi. Credo che il mio ruolo sia di fatto concluso. Credo di aver dato parecchio, ho contribuito alla riapertura delle scuole, o quantomeno ho cercato di farlo in questi due mesi. Molte cose sono andate avanti. Credo che il panorama, oggi, presenti un bicchiere mezzo pieno. Vediamo molto chiaramente la luce in fondo al tunnel“, ha affermato.
“Nella gran parte del Paese si è realizzato ciò che andava realizzato – ha quindi voluto sottolineare Miozzo –. Il problema è che la narrazione di ciò che funziona, difficilmente attecchisce. Perché è più eclatante il caso negativo. Ci sono migliaia di persone, anche nella scuola, che in silenzio stanno facendo cose meravigliose. Ma io vedo solo tentativi di demonizzare. La scuola è disastrata, ma ha anche straordinarie risorse al suo interno“.
Nel corso della sua lunga carriera, prima dell’emergenza Covid, Miozzo aveva toccato con mano tragedie come le guerre in Africa o i terremoti che hanno falcidiato il centro Italia. Ma non nasconde il dispiacere per quanto avvenuto nel mondo della scuola in questi mesi di contrasto alla pandemia: “Ho l’amarezza di vedere ancora il territorio che analizza e decide su diritti costituzionali. Qui però non si tratta di decidere se aprire un ristorante o aprire un bar. Si tratta di garantire un diritto costituzionale ai nostri ragazzi“.
“Tra qualche anno questi studenti governeranno il nostro Paese. Quindi io trovo sconcertante lasciare all’immaginazione, all’inventiva e a decisioni anche estemporanee di un amministratore locale un tema che va necessariamente affrontato dal Governo centrale. Perché abbiamo un Governo di unità nazionale, l’80% del Parlamento siede al Governo. E se il Governo decide un indirizzo, mi chiedo a che titolo un amministratore locale decide di fare diversamente“, ha concluso Miozzo.
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