Milano, tensioni tra i tassisti in protesta sotto Regione Lombardia

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“Cosa ci han detto? Ci hanno detto che Regione Lombardia non ha i soldi, ma giovedì ci diranno”. “Le chiacchiere stanno a zero, non ci rappresenti più”. È con questo scambio che sono partite le forti tensioni tra i tassisti di Milano, che da questa mattina protestano sotto il Palazzo della Regione Lombardia, e Leo Zotti, loro portavoce che era appena sceso da un incontro con le istituzioni. La situazione è sempre stata comunque controllata dalle Forze dell’Ordine, nonostante le difficoltà.

I tassisti hanno protestato nuovamente a Milano dopo i dissensi della scorsa settimana

Centinaia di tassisti di Milano hanno presieduto il Palazzo della Regione Lombardia dalle 10 di questa mattina per poi spostarsi in Via Fabio Filzi sotto gli uffici della segreteria generale. Alcuni colleghi di passaggio sono stati fischiati dai manifestanti. “Noi siamo dimenticati e alla deriva. Milano è una città di business ma in questo momento è ferma: i turisti non arrivano, gli aeroporti sono ancora chiusi, non si può uscire dalla regione. La nostra categoria insieme a quella degli hotel e dei ristoranti è una catena totalmente bloccata”, lamenta Vincenzo Rinaldi.

Una nuova protesta, quindi, quella dei tassisti oggi a Milano sotto il Palazzo della Regione Lombardia, dopo un’altra che era andata in scena nella scorsa settimana. “La crisi si prolunga da mesi. La nostra protesta è necessaria perché chiediamo un intervento della Regione o del Comune di Milano”, hanno spiegato i tassisti. “Il servizio taxi è pubblico e il regolamento è comunale. Aspettiamo agevolazioni fiscali o una sovvenzione, come è avvenuto in Campania e in Piemonte”. “Guido il taxi da vent’anni e una crisi del genere non si era mai vista, neanche per l’11 settembre. Forse”, è l’amaro commento, “sarebbe stata meglio una bomba”. La situazione, al momento, rimante dunque molto complicata per tutti i guidatori dei taxi, in attesa di aggiornamenti positivi che potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Nel frattempo, però, le proteste continuano e non riguardano solamente la città di Milano.

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