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Durante l’inaugurazione del quarto Centro Donna a Milano, nato in via Narni nel Municipio 3, c’è stato un momento di confronto tra un giovane tassista, residente proprio in quel quartiere, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Uno sfogo determinato nelle parole ma pacato nei modi: “Questo quartiere vive nell’insicurezza e nella paura – ha detto il contestatore al sindaco -. Bisogna garantire contributi ai cittadini. Sono un tassista, stiamo soffrendo tantissimo e non ho più soldi per mangiare. A 27 anni non ho un futuro e sto prendendo schiaffi in faccia da tutti. Lei si deve prendere carico di tutti i cittadini, in qualità di rappresentante”.
La risposta del sindaco Sala
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Il primo cittadino ha risposto al giovane cercando di far comprendere i limiti istituzionali entro i quali può intervenire: “Stiamo vivendo un periodo molto difficile, quel che è certo è che non voglio tagliare i servizi – ha detto -. Per andare incontro ai bisogni dei cittadini sto cercando di dare tutte le risposte, anche economiche, nel rispetto dei regolamenti. Sono consapevole dei motivi della contestazione, è frustrante per un sindaco non riuscire ad accontentare i bisogni di tutti. Stiamo però lavorando proprio in questo senso, nonostante le difficoltà”.
Rivolgendosi ai cronisti, Sala ha poi spiegato: “Milano ha un buco di bilancio attorno ai 500 milioni, il governo ha promesso prima 3 miliardi, poi altri 3 miliardi e mi pare stia ragionando su un ulteriore aiuto. Linate? Noi non possiamo sobbarcarci tutti i costi. In termini di servizio per i cittadini è una cosa giusta, aiuta l’Italia ma dal nostro punto di vista ci costa un paio di milioni al mese”.
“A Milano vedo un grande problema su nidi e materne – ha poi spiegato il sindaco, sollevando un’altra questione -. Nasce tutto dal fatto che non essendo facile il distanziamento ad oggi non potremmo accogliere più o meno 30mila bambini come Comune”.
L’inaugurazione del Centro Donna
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Le parole di Sala sono arrivate a margine dell’inaugurazione del nuovo centro dedicato alle donne, il quarto in città. Il Centro Donna sarà gestito da una cordata di dieci associazioni ed enti, di cui è responsabile Telefono Donna, da decenni impegnata contro la violenza di genere. “Le donne non devono essere nei ruoli di rilievo solo con le quote rosa ma devono anche essere al comando – ha dichiarato il primo cittadino -. Bisogna metterle in condizione di contare veramente”.
A fargli eco Daria Colombo, delegata del sindaco alle Pari Opportunità di genere: “Non si tratta di un centro antiviolenza. Offrirà diversi servizi dall’orientamento al lavoro ai corsi di lingua, da sportelli di counseling a sostegno legale per mamme fino a laboratori teatrali“.