Milano, commercianti esasperati
dai cortei No Green Pass

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Continuano i disagi legati alle manifestazioni, in alcuni casi non autorizzate, dei No Green Pass. È il caso di sabato, 23 ottobre, l’ennesimo di forsi disagi a Milano, causati dal corteo non autorizzato di coloro che sono contro la certificazione verde.

Le manifestazioni No Green pass bloccano Corso Buenos Aires. I commercianti: “Inutile stare aperti”

Partito da piazza Duomo, nel cuore della città, il corteo ha sfilato per diverse ore per le vie del capoluogo, causando, come spiegato da diversi commercianti, diversi problemi. “Non riusciamo a stare aperti, perché un po’ abbiamo paura. Poi si blocca il lavoro” ha raccontato uno dei commercianti di Corso Buenos Aires. “È inutile stare aperti. Poi vengono fatti in degli orari importanti per noi, quindi chiudiamo e andiamo a casa“. E ha aggiunto: “Capisco quelli che non vogliono vaccinarsi, ma diventano un gruppo problema per gli altri così. Il Governo dovrebbe trovare delle altre soluzioni“.

I disagi causati dai manifestanti a Milano

I commercianti devono così confrontarsi, a causa delle manifestazioni No Green Pass, con la chiusura forzata dei loro locali, l’assenza dei clienti nei negozi e problemi alla circolazione urbana. Una situazione che, per molti commercianti, sta diventando anche un problema di natura economica. “Perdiamo in media il 25 percento del fatturato del sabato” ha spiegato un esercente di uno storico negozio di abbigliamento in Corso Buenos Aires. “Dalle 18 alle 20, che è il momento clou della vendita, le persone scappano e vanno a casa“.

La clientela si ferma proprio, i negozi si svuotano quando arrivano loro” ha raccontato un’altra negoziante. Le manifestazioni dei No Green Pass avvengono tutte di sabato, momento molto importante per i commercianti: “Sabato e domenica sono i giorni in cui lavoriamo di più, ma dalle 18 si ferma tutto“.

È giusto manifestare, ma in questo modo sta creando dei problemi. I negozi sabato erano aperti, ma le persone sono state spaventate da queste manifestazioni. Siamo costretti a subire senza la possibilità di farci nulla. Non si può continuare con una situazione di questo tipo, sembra una lotta dei poveri“.

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