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“Il medico è un diritto di tutti, soprattutto degli anziani“. “Siamo anziani, malati e soli e adesso anche senza un medico: è una vergogna“. “La sanità pubblica è un diritto, noi annunciamo lo sciopero della fame“. “Siamo disposti a tutto, anche ad azioni forti pur di ottenere il medico“. Sciopero dei nonni al Giambellino, quartiere di Milano che dispone di un unico medico di famiglia. Che presto non ci sarà più.
Da qui il sit-in in cortile. Con tanto di cartelli sul petto. “Ora basta“, si lamentano i cittadini. Ma l’odissea è appena iniziata. Uno dei quartieri con l’età media più alta della città di Milano, dopo un anno di clausura, non avrà più il medico della mutua. Dal 30 giugno andrà in pensione. E non verrà sostituito. Di qui la preoccupazione e la rivolta dei nonni: “È una vergogna“.
L’umore, nel quartiere sudoccidentale di Milano, è decisamente nero. “Lui è il mio medico da quarant’anni, quasi. Conosce tutte le mie malattie, e adesso sono disperata. Perché andando via lui non so proprio come fare. Io poi ho bisogno di un medico vicino, perché sono invalida al 100%. E quindi avrei proprio bisogno di un medico vicino. E soprattutto bravo. Perché lui era un dottore come non ce ne sono più. Dicevo che stavo male e arrivava di corsa. Mai trovato un medico così“, si lamenta una donna quasi con le lacrime agli occhi.
“È arrivata la lettera che lui va in pensione. E noi cosa dobbiamo fare? Non siamo mica giovani, che possiamo andare distante per andare dal dottore. Ce lo devono mettere un po’ più vicino. Ora combattiamo, chissà se otterremo qualcosa. Ma può essere che non otterremo nulla. Sono dispiaciuta, perché ormai io ero affezionata a lui. E questa è la prima volta che mi succede, non era mai successo“, spiega un’altra anziana cittadina del Giambellino di Milano con un filo di voce. E promette: “La protesta continuerà fino a quando non ci manderanno qualcuno“.
Ma il Giambellino è anche uno dei quartieri più multietnici di Milano, e tra le testimonianze ce n’è anche quella di una anziana donna di origini latino-americane. “Andare a cercare un medico lontano è un po’ difficile. Tanto più che ho problemi di vista e non ci vedo bene. È un guaio. L’importante è che davvero non sia troppo lontano, perché prendere bus, tram o metropolitana è un po’ difficile. Il corpo non ci aiuta tanto. Oggi 75 anni non sono tanti, però le malattie ti buttano giù. È così“. E ora si aspettano notizie dalla Asl. Nella consapevolezza che sostituire un medico molto radicato sul territorio, e che aveva in cura 1880 pazienti, non sarà facile.
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