Secondo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dietro al recente aumento degli sbarchi di migranti in Italia ci sarebbe anche un’opinione pubblica favorevole nei loro confronti. “C’è anche il fattore attrattivo di un’opinione pubblica che annovera l’accettazione di questo fenomeno” ha dichiarato nel corso di un’intervista con Pietro Senaldi, il co-direttore di Libero. “Altri Paesi sono intransigenti in maniera trasversale tra posizioni politiche diverse”, ha poi aggiunto il ministro. Queste dichiarazioni hanno sollevato parecchie perplessità, perché descrivono una situazione che non sembra corrispondere a quella attuale. In particolare, i risultati delle ultime elezioni, che hanno premiato forze politiche notoriamente rigide sul tema dei flussi migratori, cozzano parecchio con affermazioni di questo genere. È possibile che negli ultimi mesi l’opinione pubblica sui migranti sia davvero diventata più positiva? Il modo migliore per capirlo è prendere in esame dei sondaggi recenti.
Da una rilevazione di Quorum/YouTrend risalente al 13 marzo, emerge che il 44% degli intervistati è d’accordo con la seguente affermazione del ministro Piantedosi: “La disperazione non giustifica viaggi rischiosi per i figli”. Curiosamente, la percentuale dei votanti in disaccordo con la dichiarazione è la stessa (al netto di un 12% di indecisi). Da questo primo dato si può osservare un’opinione pubblica quantomeno divisa a metà sul tema. Per avere un quadro più chiaro bisogna rivolgersi a un’altra indagine, condotta da Noto Sondaggi e riguardante anche i lavoratori extracomunitari arrivati in Italia tramite il decreto flussi. Per il 55% del campione intervistato, i migranti presenti nel Paese sono già troppi e non dovrebbero esserci ulteriori arrivi, neppure se giustificati dalle necessità delle aziende. Questa convinzione è maggiormente radicata nel Nord Est (71%) ed è condivisa più dagli anziani (59%) che dai giovani (44%).
Tuttavia, quasi la metà degli italiani (il 48%) ritiene la presenza dei migranti un vantaggio per l’economia nazionale. Come si spiegano questi due dati contradditori? Con la consapevolezza che parte della popolazione vede di buon occhio gli stranieri già presenti in Italia, ma ha delle posizioni più critiche nei confronti di chi potrebbe arrivare in futuro. La severità di questo giudizio potrebbe dipendere da una percezione errata di come avvengano gli sbarchi nella Penisola.
Per il 30% degli intervistati, infatti, ben il 50% degli ingressi deriverebbe dagli sbarchi, mentre per un altro 33% la percentuale degli arrivi via mare oscillerebbe tra il 20 e il 50%. Ciò non corrisponde a quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell’Interno, i quali indicano come negli ultimi dieci anni (dal 2013 al 2022) siano entrati in Italia tramite gli sbarchi circa 900mila migranti, molti dei quali potrebbero essersi spostati verso altri Paesi europei. Ma anche se ognuno di loro fosse rimasto in Italia, il totale corrisponderebbe appena al 15% degli stranieri presenti nel territorio nazionale. Ciononostante, per il 54% degli intervistati l’arrivo di nuovi migranti comporterebbe più rischi che benefici (percentuale che sale al 56% considerando solo le fasce più anziane della popolazione).
Un altro sondaggio, condotto da Swg poco dopo la tragedia di Cutro, indica che il 41% degli italiani intervistati sarebbe favorevole a un blocco navale per respingere le imbarcazioni dei migranti prima che possano raggiungere le coste italiane. Il 45%, invece, vorrebbe limitare l’attività delle Ong.
Tirando un po’ le somme, appare chiaro che al momento non sia possibile parlare di un’opinione pubblica particolarmente favorevole ai flussi migratori. Su alcuni temi la popolazione tende dividersi a metà, mentre su altri il “fronte dei contrari” appare più numeroso.
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