Metalmeccanici in piazza: “Governo affronti crisi dell’industria”

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Siamo in piazza per le tante crisi industriali che attanagliano il Paese. Dalla Whirlpool alle acciaierie, fino all’ex Ilva“, dicono i metalmeccanici accorsi da tutta italia in Piazza del Popolo. Sul palco i segretari di tutte le sigle per protestare unitariamente a Roma con la prima manifestazione post lockdown, rigorosamente seduti e a distanza di sicurezza.

Il grido dei metalmeccanici: “Centralità del lavoro”

I metalmeccanici e l’industria sono di nuovo in piazza, perché c’è bisogno di riaffermare la centralità del lavoro. Abbiamo ottenuto la cassa integrazione estesa a tutti per affrontare il periodo in cui si diceva che dovevamo stare tutti a casa. Ora siamo qui per rivendicare tutti i bisogni dei lavoratori, al di là dell’emergenza sanitaria, perché non sono nell’agenda del governo. I lavoratori sono tornati“, dicono dalla piazza.

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Chiediamo al governo di intervenire per evitare che ci siano ulteriori chiusure. Grandi aziende continuano a chiudere e chiedere la cassa integrazione. Ci deve essere una politica industriale“. Così Rocco Palombella della UILM, a margine della manifestazione dei metalmeccanici. “Questo governo è impegnato su altri temi, forse l’impresa non sa che cosa sia“, dice ancora.

“Non andrà tutto bene, noi pronti alla mobilitazione”

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Sulla questione si esprime anche la segretaria generale Fiom, Francesca Re David, intervenuta alla manifestazione indetta dai sindacati a piazza del Popolo sulle vertenze aperte. “Siamo in piazza perché i metalmeccanici hanno scioperato per far chiudere le aziende e mettere il Paese in sicurezza. All’inizio dell’emergenza Coronavirus – ricorda – abbiamo fatto centinaia di accordi e di protocolli per mettere in sicurezza le aziende e farle ripartire. Non si può dire andrà tutto bene con i licenziamenti sul tavolo. Il blocco dei licenziamenti deve durare fino a fine anno. E gli ammortizzatori sociali vanno rivisti“.

E i metalmeccanici promettono battaglia: “Il governo non può pensare di affrontare le crisi senza il sindacato. Non faremo chiudere nessuna fabbrica, oggi facciamo un’assemblea di piazza ma siamo pronti alla mobilitazione“, afferma Re David.

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