La provincia di Bergamo rischia di perdere molti dei suoi medici di medicina generale. L’allarme arriva da un comunicato rivolto alle istituzioni, stilato da un gruppo di quasi 200 professionisti sanitari del bergamasco. I medici spiegano che negli ultimi due anni l’emergenza Covid ha stravolto la loro attività. “In particolare, la quarta ondata ci ha visto posti al centro di una gestione burocratica impazzita e incontrollata, che ha portato all’estensione del nostro impegno e orario lavorativo a limiti non sostenibili”. Questa situazione ha reso difficoltosa la cura dei pazienti e ha spinto alcuni medici ad abbandonare il lavoro. Si sono così creati dei “pericolosi vuoti assistenziali in una provincia già carente nell’assistenza sanitaria di base”. Oltre ai colleghi che se ne sono andati, ce ne sono tanti altri che “stanno decidendo di lasciare la Convenzione”. L’abbandono di tutti questi medici rischierebbe di portare la Medicina Generale al collasso.
I medici della provincia di Bergamo affermano di essere stati allontanati dalla loro funzione clinica primaria per svolgere compiti burocratici e amministrativi. Talvolta sono persino diventati dei “capri espiatori” di fronte a “evidenzi disfunzioni del sistema”. Per molti cittadini, i medici rappresentano l’unico punto di riferimento all’interno di un sistema sempre più confuso. La logica conseguenza è che le linee telefoniche a cui si affidano i pazienti risultano spesso intasate, trasmettendo una sensazione di “scarsa disponibilità”. “Le chiamate, costanti nelle 12 ore giornaliere, sono incessanti e generate dai motivi più svariati, spesso di origine amministrativa: in questo modo le necessità cliniche dei pazienti, magari urgenti, rischiano di non avere la priorità”.
Durante la quarta ondata, la situazione è diventata ancora più insostenibile per i medici di medicina generale. È per questo che hanno manifestato l’intenzione di “organizzare una manifestazione di protesta con i medici del gruppo e il sostegno dei nostri sindaci, pazienti, famigliari e tutti coloro che vorranno supportare”. Tuttavia, prima hanno deciso di “richiedere un confronto preventivo” sugli interventi immediati che possono alleggerire il carico burocratico che grava sulle loro spalle.
I medici, tra le altre cose, chiedono di “correggere le comunicazioni rivolte ai cittadini riguardo alla chiusura delle quarantene, stampa di Green Pass, richiesta di ricette per esecuzione tamponi ecc.”. Al momento, infatti, le istituzioni invitano i cittadini a rivolgersi al medico curante per ricevere aiuto su ognuna di queste operazioni. “Chiediamo che vengano immediatamente tolti i riferimenti riguardanti il contattare i Medici di Famiglia per il disbrigo di pratiche burocratiche dai siti di ATS e Regione Lombardia e che il numero verde 1500 sia contestualmente avvisato di comportarsi analogamente”.
Dovendo rispondere alle numerosissime richieste dei cittadini, i medici hanno sempre meno tempo da dedicate all’attività ambulatoriale. Questa situazione sta mettendo in difficoltà sia loro che i pazienti e solo l’intervento delle istituzioni potrebbe migliorarla.
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