Il comando provinciale dei Carabinieri di Trapani ha proceduto all’arresto di Gaspare Salvatore Gucciardi. L’accusa a suo carico è di associazione mafiosa in concorso, allo scopo di favorire la latitanza di Matteo Messina Denaro.
L’arresto di Gaspare Gucciardi: ecco chi è
La misura della custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Marsala, collegio la cui presidente è Alessandra Camassa. Gaspare Gucciardi è un appartenente a Cosa Nostra trapanese. Nella stessa cosca figurano il boss Vito Gondola, Michele Gucciardi e altre persone già condannate o sottoposte ad altri procedimenti penali. Tra esse spicca il nome proprio di Matteo Messina Denaro.
L’arresto di Gaspare Gucciardi è il frutto del processo “Pionica”, concluso il 23 dicembre scorso. In quella circostanza i sostituti procuratori Gianluca De Leo e Giacomo Brandini, della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, chiesero dieci anni di reclusione a suo carico. Il criminale si trovava nella sua abitazione di Vita, in provincia di Trapani. Qui i militari lo hanno rintracciato nottetempo e quindi prelevato.
In che modo ha aiutato il latitante Matteo Messina Denaro
Secondo quanto stabilito nel corso del processo, Gaspare Gucciardi avrebbe mantenuto un costante collegamento con altri affiliati alla famiglia mafiosa di Vita. Avrebbe quindi assicurato la circolazione di informazioni riservate e informato la cosca del ritrovamento di apparecchiature destinate all’attività investigativa.
Inoltre Gaspare Gucciardi metteva a disposizione i propri locali del baglio di località Chinea, tra Trapani e Salemi, per consentire incontri riservati. Tra i capi di accusa che lo riguardano, figura anche l’intestazione fittizia di beni al fine di sottrarli alle misure di prevenzione patrimoniale. Questi ultimi, nel frattempo rivenduti, sono serviti tra le altre cose a finanziare la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Poche settimane fa, precisamente il 15 dicembre, oltre un centinaio di agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, coordinati e supportati dal Servizio Centrale Operativo, eseguirono 13 provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Anche in quel caso finirono in manette personaggi vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro.