C’è un modello di mascherina, molto contestato in queste settimane, che sarà ritirato dal mercato. Lo ufficializza il ministero della Salute, che ha disposto “il divieto di immissione in commercio del dispositivo medico U-Mask Model 2” e “l’adozione della misura del ritiro del medesimo prodotto” dal mercato.
A denunciare l’efficacia non sufficiente della mascherina U-Mask era stata un’inchiesta di ‘Striscia la Notizia’. Particolarmente diffusa tra vip come Chiara Ferragni e Fedez (ma anche vari politici italiani), i Carabinieri del Nas di Trento hanno segnalato al Ministero che in realtà risultavano come dispositivi medici in base alla certificazione di un laboratorio “privo di autorizzazione”, sottoscritta peraltro da un soggetto senza laurea.
E dire che il prodotto era stato pubblicizzato come “l’unica mascherina biotech. Non blocca solo i contaminanti dell’aria sulla superficie della mascherina, ma li distrugge all’interno del filtro“. E invece già a fine gennaio i carabinieri del Nas avevano sequestrato il laboratorio a Bolzano dove la U-Mask era prodotta. E il Ministero ha parlato di “potenziali rilevanti rischi per la salute” derivanti “dall’assenza di un regolare processo valutativo“.
Intanto della vicenda si stanno occupando i pm di Milano, tramite un esperto che analizzi la mascherina U-Mask ma anche quelle di un’azienda concorrente che di fatto ha avviato l’inchiesta tramite un esposto. A tale scopo quindici campioni sono finiti sotto sequestro. Indagato nel capoluogo lombardo è l’amministratore della filiale italiana della società.
A mettere il problema nero su bianco ci ha peraltro pensato anche la Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della Salute. Quest’ultima ha segnalato di essere “venuta a conoscenza di irregolarità nel processo di immissione in commercio” della mascherina U-Mask. La non conformità del laboratorio di produzione genera infatti una “conseguente assenza di garanzia sull’effettiva adeguatezza come strumento di prevenzione dei contagi“. I prodotti dovranno quindi essere ritirati dal mercato entro cinque giorni in un provvedimento che ha “carattere d’urgenza“.
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