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È stata rinviata al prossimo 7 ottobre l’udienza per la morte della studentessa ligure Martina Rossi per la quale sono stati condannati a tre anni di reclusione per omicidio colposo due giovani toscani, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. Lo ha deciso la sezione feriale della Cassazione accogliendo l’istanza della difesa.
Il padre di Martina Rossi, Bruno, ha commentato: “Continuano a buttare il pallone fuori dal campo. Però c’è anche la volontà di capire che questo reato non può andare in prescrizione“. Una delegazione di ‘Non una di meno’ ha contestato gli avvocati della difesa ed esposto lo striscione: “Verità e giustizia per Martina“. La madre di Martina, Franca Murialdo, ha aggiunto: “Continuo ad aspettarmi giustizia e verità“.
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“Cosa mi aspetto? La prescrizione del reato. Il reato si è prescritto il 20 agosto. Se invece fosse da considerarsi il periodo Covid il reato si prescriverebbe il 18 ottobre e la competenza sarebbe della sezione ordinaria della Cassazione“. Lo ha detto davanti alla Cassazione Tiberio Baroni, l’avvocato di Alessandro Albertoni. Il suo assistito è uno dei due imputati nel processo per la morte di Martina Rossi, la studentessa di Genova morta nel 2011 alle Baleari mentre cercava di scavalcare un balcone per mettersi in salvo da quello che per l’accusa era un presunto tentativo di stupro. Ma la vicenda resta molto delicata, soprattutto in considerazione di quanto affermato dai genitori della sfortunata giovane.
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“Mi aspetto giustizia. Io lo continuo a ripetere. Mi aspetto giustizia, ma stavolta davvero. Con gli approfondimenti, con tutto quello che è emerso, non ci può essere altro“. Lo ha detto Franca Murialdo, la madre di Martina Rossi, nel giorno della pronuncia della Cassazione sul caso. La cui visione dell’iter processuale è inevitabilmente molto diversa.
“Per quanto riguarda l’altro discorso, il fatto che sia prescritto il reato, lascio a voi le riflessioni. Ormai è prescritto, su questo c’è poco da fare. Ma qui parliamo di una morte, in conseguenza di un reato prescritto. Come fa a prescriversi una morte? La morte non si prescrive, si muore una volta sola. Però purtroppo le nostre leggi sono queste. E questo è avvilente“, ha concluso la madre di Martina Rossi.
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Tema ribadito con lo stesso dolore anche da Bruno, il padre di Martina Rossi. “Stiamo parlando di una vita. Di fronte alla morte, di fronte a un omicidio, non c’è prescrizione. Se sei colpevole bisogna che paghi. Non ce n’è discorsi. Trovano sempre i meccanismi della giustizia, difficoltà, tecnicismi. Ma i processi non sono partite di pallone“, è il suo attacco.
E la conclusione del padre della ragazza è ancora più amara: “Bisogna arrivare a dire al papà e alla mamma che cosa è successo. Perché Martina Rossi non c’è più e perché loro ci sono. E trionfano, addirittura. Hanno aperto anche il blog, uno è anche diventato intelligente. Si è messo a scrivere di Dreyfus e Zola, pensa te…“.
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