Marò, sentenza del Tribunale internazionale: processo in Italia

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Il processo ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si dovrà svolgere in Italia, ma lo Stato italiano dovrà risarcire economicamente l’India per “la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony”. È questa, in estrema sintesi, la decisione del Tribunale internazionale dell’Aja, che ha emesso nella giornata di giovedì la sua sentenza su quale dei due Paesi avesse il diritto di processare i due marò per il caso relativo all’uccisione di due pescatori indiani al largo del Kerala il 15 febbraio 2012.

Riconosciuta “immunità funzionale” ai due marò

I giudici internazionali hanno riconosciuto la cosiddetta “immunità funzionale” dei due fucilieri della Marina Militare: l’India non può quindi esercitare la propria giurisdizione perché, secondo i giudici, i militari italiani stavano esercitando una funzione lavorando per il proprio Stato.

Sempre secondo il Tribunale arbitrale, però, “l’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India”. La Farnesina ha fatto sapere, attraverso un comunicato, che lo stesso Tribunale “ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti. L’Italia è pronta ad adempiere a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione.

Quello fra Italia e India è stato un lungo scontro giudiziario internazionale. Latorre e Girone erano stati arrestati quando la nave Enrica Lexie era stata fatta entrare in porto in India, dopo l’incidente. Avevano trascorso i mesi di detenzione in India, prima di rientrare in Italia il 13 settembre 2014 (Latorre) e il 28 maggio 2016 (Girone).

Le reazioni: per Di Maio “è la fine di una lunga agonia”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha espresso grande soddisfazione per la sentenza. “Oggi il tribunale arbitrale dell’Aja ci ha dato ragione stabilimendo che i nostri due Marò dovranno essere giudicati in Italia – ha dichiarato –. Un risultato positivo che premia il grande lavoro diplomatico del nostro paese. Ringrazio anche il team legale a tutela dell’Italia nelle sedi internazionali. Per questo risultato vorrei ringraziare anche chi mi ha preceduto e chi non ha mai mollato. Anche noi non abbiamo mai mollato e abbiamo lavorato in silenzio per proteggere i nostri due fucilieri di Marina. Con questa sentenza, che l’Italia rispetterà, oggi si mette definitivamente un punto alla lunga agonia che hanno dovuto attraversare i nostri militari. Ben otto anni di timori e sofferenze. Siamo sempre stati al loro fianco, non ci siamo mai arresi e vorrei rivolgere a loro e alle loro famiglie un grande abbraccio da parte di tutto lo Stato italiano”.

Gentiloni: “Affidarsi alla Corte dell’Aja decisione giusta”

Soddisfazione per la sentenza è stata espressa da Paolo Gentiloni, Commissario europeo all’Economia: “Il Tribunale internazionale riconosce la giurisdizione italiana nei confronti dei due Marò – ha scritto l’ex premier su Twitter -. Nel 2015 fu giusto affidare la controversia alla Corte dell’Aja. Grazie alla Farnesina e a tutti coloro che in questi anni hanno difeso le nostre ragioni”.

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