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“Si è trattato di una tragedia inevitabile, unica nel suo genere. È venuto giù un grattacielo di 70 piani e 100 metri di lunghezza. Non era prevedibile, come conferma chi conosce la montagna“. Così Luca Zaia, parlando della tragedia della Marmolada. Su cui peraltro arriva nel frattempo un progetto per aiutare a monitorare lo stato di salute delle nostre montagne.
Il presidente della Regione Veneto ha parlato da Canazei, dove ha raggiunto la centrale operativa dei soccorsi. “L’obiettivo – ha spiegato – è riportare a casa i corpi delle persone che mancano e identificarli“. Sulla possibilità di un sistema di bandiere rosse per impedire le escursioni in caso di pericolo, Zaia ha risposto: “I modelli di rischio oggi non sono esattamente collaudati e nessuna attività umana è a rischio zero“. Poi, concludendo, ha precisato che il bilancio delle vittime della tragedia della Marmolada “è pressoché definito. Ci sono 11 persone tra i deceduti e i dispersi, tra cui otto veneti“.
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Chi vuole dare una mano, da una zona completamente diversa delle Alpi, è però Arpa Piemonte. Il cui presidente, Angelo Robotto, ha presentato un nuovo progetto della Regione per monitorare le montagne e le conseguenze del cambiamento climatico. “Prima della Marmolada noi già avevamo avviato questo tipo di tentativo di collaborazione. Questa convenzione ci dice che ci sono vari soggetti che studiano insieme le informazioni che arrivano dalle nostre montagne“, ha osservato.
Ecco quindi come agire per evitare tragedie come quella della Marmolada: “Misuriamo i classici parametri, vogliamo essere ancora più potenti per acquisire dati. L’idea è aumentare il nostro livello di conoscenza. Dobbiamo sempre ragionare su indicazioni che noi vogliamo fornire. Ci stiamo muovendo apposta per fare ancora di più. I vari ghiacciai del Piemonte li monitoriamo per quanto ci compete. Questo è un progetto pilota per inventarci nuovi sistemi di monitoraggio. Partiamo da un caso specifico in cui non ci sono problemi, perché siamo abituati a lavorare in tempo di pace per essere pronti ad affrontare le problematiche“.
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Ma le morti della Marmolada potevano essere evitate? Anche su questo delicatissimo tema si è soffermato il presidente di Arpa Piemonte. “Questi fenomeni non possono essere esclusi con i cambiamenti climatici. Dobbiamo sempre pensare che il rischio dipende da un evento e da soggetti bersaglio – ha spiegato Angelo Robotto –. Se non c’è nessuno, non c’è rischio per le persone. Se qualcuno si pone in situazioni pericolose, il rischio è alto. Le situazioni in Piemonte le teniamo sotto controllo. Ora come in tutto il mondo c’è un aumento di temperature massime molto rilevante, e questo è un problema che dà da pensare. Parliamo di fortissimo deficit di riserva d’acqua derivante dalla neve“.
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