L’ultima persona che ha visto vivo Diego Armando Maradona è stato suo nipote Johnny Espósito, martedì 24 novembre alle ore 23. Il quotidiano argentino Clarín racconta le ultime ore del Pibe de Oro. I due erano a casa del San Andres Private Neighborhood, situato nella città di Benavidez. La mattina dopo, alle 11:30 del 25, lo psicologo e lo psichiatra sono entrati nella stanza di Maradona e gli hanno parlato verbalmente.
La star del calcio non ha risposto. Pensavano che stesse dormendo. Poi hanno chiamato il nipote e il suo assistente che erano nella stessa casa. “Hanno cercato di svegliarlo senza osservare, in linea di principio, l’esistenza di segni vitali; hanno richiesto la presenza dell’infermiere e dello psichiatra che hanno eseguito manovre di RCP non riuscite”.
Queste ricostruzioni e citazioni derivano dalle testimonianze raccolte dalla Procura di San Isidro (Buenos Aires) e che sono state rilasciate mercoledì sera, dopo una giornata di tumulto globale per la morte di Maradona e in attesa dell’autopsia, che è stata poi effettuata tra 19:30 e 22:00 circa. Un’autopsia che ha appurato che l’insufficienza cardiaca ha provocato “un edema polmonare acuto”.
Dopo aver notato che Maradona non aveva segni vitali, i presenti hanno chiesto la presenza di ambulanze di diversi fornitori. È arrivato anche un chirurgo vicino del quartiere che ha continuato con le manovre di rianimazione. Sono state allertate anche Dalma, Gianinna e Jana, le tre figlie di Maradona che vivono in Argentina.
“Poi sono arrivate le ambulanze incaricate dal medico clinico, che ha continuato con le manovre di rianimazione cardiopolmonare, ha applicato fiale di adrenalina e atropina, confermando però infine la morte del calciatore”, aggiunge il testo. Era la fine di Diego Armando Maradona. “Nella zona della Procura Generale di San Isidro, la morte di Diego Armando Maradona in vita è stata appresa alle 13:20“, afferma il rapporto.
Si aggiunge che “il procuratore generale di San Isidro, John Broyad, ha ordinato per primo la creazione di un gruppo di lavoro, composto dagli agenti fiscali dott. Patricio Ferrari, Cosme Iribarren e Laura Capra per svolgere i procedimenti necessari. lo svolgimento delle direttive e dei procedimenti in ogni momento sono stati supervisionati dal Procuratore Generale, Julio Conte Grand“.
“Da lì è stata ordinata l’attuazione simultanea di misure per stabilire le circostanze della morte, la conservazione della scena e il contenimento dei parenti più stretti”. I pubblici ministeri si sono recati all’obitorio di San Fernando per controllare e supervisionare l’autopsia.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
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