Maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio. Sono queste le accuse che hanno portato all’arresto di sei donne nell’ambito di un’operazione della Guardia di Finanza nella casa di riposo “Aurora”, a Palermo. Un quadro sconvolgente soprattutto dal punto di vista umano, come ha commentato Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di Polizia economico-giudiziaria del capoluogo siciliano. “È emerso uno spaccato deprimente da un punto di vista umano prima ancora che giudiziario – ha detto -. Non è stato facile nemmeno per noi in queste settimane di indagine visionare e documentare il campionario ignobile di nefandezze e crudeltà gratuite compiute a danno degli anziani, soprattutto in questa fase emergenziale che richiederebbe una tutela ancora più elevata nei confronti delle fasce di popolazione più deboli e maggiormente esposte a rischio”.
Durante le indagini sono state installate telecamere nascoste all’interno della casa di riposo. I filmati mostrano numerosi episodi di violenza, fisica e psicologica, ai danni degli ospiti della struttura. Gli stessi anziani, esasperati, sarebbero stati spinti ad atti di autolesionismo. Finito l’incubo, gli ospiti della casa di riposo “Aurora” saranno adesso sottoposti a controlli medici visto che all’interno della struttura non sono mai state adottate le procedure per il contenimento del Coronavirus. “Se tu ti muovi di qui ti rompo una gamba, cosi la smetti. Devi stare zitta, muta. Devi morire, buttare veleno…”. Queste alcune delle agghiaccianti parole che l’amministratrice della struttura, M.C.C., e cinque sue dipendenti rivolgevano alle povere vittime. Da brividi anche le parole dell’amministratrice della casa di riposo in occasione del soccorso prestato a una degente poi deceduta: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava. Lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente, l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta“.
Nell’ordinanza del Gip, viene sottolineata “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano“, sottolineando come “l’indole criminale e spietata degli indagati imponga l’adozione della custodia cautelare in carcere ritenuta l’unica proporzionata alla gravità e alla immoralità della condotta e l’unica a contenere la disumanità degli impulsi”. Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro preventivo della società che gestisce la casa di riposo.
Tra le accuse anche quella di bancarotta fraudolenta, un giro di fallimenti pilotati per un passivo di circa un milione di euro. Le donne arrestate arrestate sono l’amministratrice della casa di riposo M.C.C., 57 anni, V.B., 35 anni, che coadiuvava l’amministratrice, e le dipendenti A.M di 53 anni, V.L.B. di 28, R.F. di 42 e A.D.L. di 55. Per quest’ultima c’è anche l’accusa di truffa insieme con il compagno, accusato di percepire il reddito di cittadinanza con false dichiarazioni.
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