Luis Suarez, cittadinanza con truffa?
La Guardia di Finanza indaga

Colpo di scena da Perugia. La Guardia di Finanza avrebbe rilevato irregolarità nella prova di certificazione della lingua italiana del calciatore Luis Suarez, che avrebbe conosciuto preventivamente le domande.

In sostanza la cittadinanza italiana di Suarez sarebbe stata ottenuta con una truffa. È quanto ha accertato un’inchiesta della Gdf e della Procura di Perugia, con i militari delle Fiamme Gialle che stanno acquisendo documentazione nell’università del capoluogo umbro e notificando una serie di avvisi di garanzia. Dalle indagini è emerso che gli argomenti della prova d’italiano sostenuta dall’attaccante del Barcellona e dalla nazionale uruguaiana sarebbero stati concordati prima e i punteggi assegnati prima ancora dello svolgimento della prova.

Le origini delle indagini che coinvolgono Luis Suarez

Luis Suarez, centravanti del Barcellona per mesi in trattativa per un trasferimento alla Juventus, voleva sostenere un test di lingua italiana per ottenere la cittadinanza italiana e facilitare la cessione al club bianconero. Le indagini sono partite nel febbraio 2020, per fatti legati all’attività dell’università per Stranieri e diversi da quelli poi emersi in relazione al bomber uruguaiano, e condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo umbro.

Ma quando gli investigatori hanno iniziato a scavare, sono emerse irregolarità sullo svolgimento della prova d’esame sostenuta il 17 settembre scorso dall’attaccante blaugrana e necessaria per l’ottenimento della cittadinanza italiana. In particolare, si legge, gli inquirenti sono entrati in possesso di evidenze che, sostengono, dimostrerebbero che “gli argomenti della prova d’esame sono stati preventivamente concordati con il candidato e che il relativo punteggio è stato attribuito prima ancora dello svolgimento della stessa, nonostante sia stata riscontrata, nel corso delle lezioni a distanza svolte dai docenti dell’Ateneo, una conoscenza elementare della lingua italiana”.

Una vicenda quindi che s’intreccia con l’attuale sessione di calciomercato che terminerà il prossimo 5 ottobre, durante la quale la Juventus sta cercando un nuovo centravanti per la stagione calcistica che è appena cominciata.

Le intercettazioni: “Non spicca una parola”

Dalle intercettazioni effettuate emerge l’accomodamento dell’esame, di cui erano a conoscenza anche l’esaminatore Lorenzo Rocca e Stefania Spina, incaricata della preparazione del candidato e dell’organizzazione della sessione d’esame. “Per dirtela tutta”, si legge nello stralcio dell’intercettazione tra Diodato e Spina, “oggi ho chiamato Lorenzo Rocca che gli ha detto la simulazione d’esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame”: una mossa necessaria dato che, sempre secondo la Spina, “non spiccica una parola”. Ai dubbi dell’interlocutore non riconosciuto (“che livello dovrebbe passare?”) la risposta di Spina è palese: “Non dovrebbe, deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1″. Un compito difficile visto che “è un A1 (livello base)” e “non coniuga i verbi”, “parla all’infinito”.

Più facile instradare l’esame piuttosto che cercare un improbabile salto di qualità nella conoscenza dell’italiano: “Lui sta memorizzando le varie parti d’esame” emerge dall’intercettazione ambientale tra Rocca e la Rettrice, Grego: “Deve essere sul binario, ecco” e ancora “sul verbale non ho problemi a metterci la firma perché in commissione ci sono io e mi assumerò la responsabilità dell’attribuzione del punteggio”. Un esame concluso con foto, sorrisi e abbracci oltre al ringraziamento del Rettore a Suarez, durato una manciata di minuti invece delle canoniche due ore e mezza. Particolari che avevano sollevato polemiche e instillato il sospetto. Poi rivelatosi concreto dopo le indagini della Guardia di Finanza.

Impostazioni privacy