Morisi indagato, dai post contro
la droga al citofono: le reazioni

L’ex ‘guru’ social della Lega, Luca Morisi, è indagato per cessione di sostanze stupefacenti dalla Procura della Repubblica di Verona. La notizia, ripresa questa mattina dai media, segue di pochi giorni quella dell’addio dal ruolo di capo della comunicazione social del leader del Carroccio, Matteo Salvini. “Per questioni familiari”, aveva fatto sapere Morisi, senza aggiungere altri dettagli.

Cessione stupefacenti, indagato Luca Morisi

Oggi, invece, è arrivata la notizia del fascicolo aperto dal pm Stefano Aresu. Ad accusarlo sono tre ragazzi che sostengono di aver comprato della droga proprio dall’ex spin doctor leghista. Nelle scorse settimane, inoltre, i carabinieri hanno perquisito la cascina di Morisi a Belfiore, nel Veronese, trovando – scrive l’Ansa – anche una piccola quantità di cocaina.

Droga che, fanno sapere fonti giudiziarie, è compatibile con l’uso personale e dunque con un illecito amministrativo. All’interno del suo appartamento i carabinieri avrebbero anche sequestrato cellulari e materiale informatico. Resta invece al vaglio degli inquirenti la posizione dell’ex capo della ‘Bestia’ (la macchina social dietro a Salvini) in relazione alla presunta compravendita con i giovani che lo accusano. “Si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l’autorità giudiziaria”, dice all’Ansa il procuratore veronese Angela Barbaglio.

“Morisi è iscritto nel registro degli indagati per supposta cessione di sostanza stupefacente, sulla cui natura si attende ancora l’esito delle analisi. Barbaglio fa poi sapere che Morisi non è ancora stato sentito dal pm. “Mi risulta che il difensore dell’indagato abbia preso contatto con il pm titolare dell’indagine; immagino per parlare degli atti del procedimento”.

Le scuse dell’ex spin doctor: “Ma nessun reato”

Nel frattempo, l’ex ‘guru’ social del Carroccio chiede scusa al partito, al suo segretario e alla sua famiglia. “Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo – scrive in una nota –. Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”.

Morisi aggiunge poi di aver “rassegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”.

Dai post contro la droga alla citofonata di Bologna

La notizia, come prevedibile, ha infiammato il dibattito politico. In molti infatti hanno puntato il dito contro due aspetti delle campagne social della ‘Bestia’ degli ultimi anni. Da un lato la mancanza di garantismo nei confronti degli indagati di altri schieramenti politici; dall’altro le frequenti uscite del duo Salvini/Morisi sul tema della droga. Basti pensare a quando il segretario del Carroccio twittava frasi come: La droga è morte, la droga non è mai la soluzione, la droga è m***a. Viva la vita!”.

O alla famosa citofonata del leader leghista a casa di una famiglia di origini tunisine alla periferia di Bologna durante la campagna elettorale del gennaio 2020. Per quella vicenda la Procura bolognese a marzo ha chiesto l’archiviazione per Salvini, valutando l’episodio all’interno del perimetro della critica politica. Ma c’è anche chi, come la ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, non ha perso occasione per ricordare l’episodio. Commentando la notizia dell’indagine a carico di Morisi, infatti, scrive su Facebook: Chi citofonerà a casa di Salvini? Scagli la prima pietra chi è senza peccato”.

Renzi: “Non faremo come la ‘Bestia’ con noi”

Sul tema del garantismo è intervenuto nella sua eNews il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Luca Morisi è il padre della Bestia, la struttura social di Matteo Salvini e della Lega. Lui è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura. Gli attacchi sono spesso stati carichi di odio in modo similare a quelli dei Cinque Stelle: non a caso, l’alleanza giallo-verde, prima che a Palazzo Chigi, è nata sui social. Contro di noi”, commenta Renzi.

E aggiunge: “Oggi Morisi è in difficoltà per vicende private e giudiziarie, si è dimesso dalla dirigenza della Lega e ha chiesto rispetto per le proprie questioni personali. Invito tutti a mostrarsi per quello che siamo: diversi da chi sparge odio sui social. Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo orgogliosamente rispettosi della persona umana e della civiltà della politica”.

Salvini si schiera con Morisi: “Conta su di me”

Infine, c’è anche chi si è schierato a sostegno di Morisi. A partire dallo stesso Salvini, che su Facebook – postando una foto insieme al suo ex spin doctor – scrive: “Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre”.

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