Che l’ottimismo generale sia alto, per la situazione raggiunta dall’Italia nel contrasto al Coronavirus, non è certo una novità. Fanno però particolarmente effetto le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts. Che in un’intervista a ‘Repubblica’ fa il punto della situazione, utilizzando parole nuove e importanti.
“Io sono sempre stato prudente – ha infatti ricordato Locatelli –. Però ormai i dati sono consolidati nella direzione di una marcatissima riduzione di nuovi casi. Ed è quel che più conta, di forme gravi o fatali di Covid. Quindi direi di sì, siamo arrivati alla svolta. E possiamo rivendicare, come sistema, che evidentemente il ‘rischio ragionato’ con il quale sono state progettate le riaperture non era così poco solido come qualcuno aveva ipotizzato“.
Locatelli ha quindi spiegato quali sono i dati che lo rendono tanto ottimista: “Di certo l’incidenza cumulativa ridottasi a 32 casi ogni 100 mila abitanti per settimana. Ma ce ne sono altri due meno evidenti ma importanti. Oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto in tutto 22 nuovi ingressi in terapia intensiva, giovedì 24. Nelle rianimazioni sono occupati dai malati di Covid 836 posti letto. Ai primi di aprile eravamo a 3.700“.
La paura generale è quella dell’arrivo di una nuova ondata, come già avvenuto nell’autunno 2020 e poi nell’ultimo inverno. Ma anche su questo tema Locatelli è parso molto più tranquillo che in passato: “Sono netto nel dire che, ovviamente continuando ad avere responsabilità e prudenza, il prossimo autunno non sarà come quello che abbiamo vissuto nel 2020. Ad oggi abbiamo il 40% della popolazione che ha avuto almeno una dose di vaccino e il 21% l’intero ciclo vaccinale“. Ma i vaccini cosa fanno con le temutissime varianti di Covid? “Le controllano. Tutte le evidenze che abbiamo dicono che i vaccini a disposizione comunque prevengono da forme gravi di malattia, qualunque sia la variante“.
In ogni caso non è ancora finita. Sebbene si sia verificato un aspetto che secondo Locatelli si è rivelato decisivo: “Da tutti i segnali che vengono dal Paese mi sembra ci sia la voglia di accedere prima possibile alla vaccinazione. Poi ci sarà sempre uno zoccolo duro di persone riluttanti o esitanti, ma si tratta di un fenomeno molto più contenuto di quanto era nelle previsioni. Ciò non toglie che c’è un lavoro da portare a termine. Dobbiamo ancora concludere le coperture degli over 60, ma anche dei cinquantenni, vaccinati al 50%“.
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