L’indice Rt medio nazionale è pari a 0,92, in calo rispetto al valore della settimana passata, quando era a 0,98. Allo stesso tempo la curva dei contagi continua a scendere; lo scenario migliora e l’Italia vira verso l’arancione.
Diminuisce in maniera ancora più marcata l’incidenza settimanale (il numero dei positivi per 100mila abitanti) che dai 232 di sette giorni fa si attesta su quota 185. Anche se il valore è condizionato anche dai pochi tamponi (e il relativo cospicuo calo dei casi rilevati) dei giorni intorno a Pasqua. I dati emergono dalle analisi svolte dalla Cabina di regia sui numeri aggiornati arrivati dalle regioni. Calcoli e considerazioni che saranno affidate al report settimanale che, dopo la valutazione del Comitato tecnico scientifico, sarà alla base delle ordinanze che il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà nelle prossime ore per assegnare alle regioni le nuove aree di rischio e i relativi colori.
A tal proposito, anche grazie al calo dell’indice Rt, delle nove regioni attualmente in rosso, solo quattro dovrebbero restare nella fascia più alta di rischio. Dovrebbero passare nella fascia arancione, dunque con minori restrizioni, Emilia- Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Probabile il cambio dal rosso all’arancione per Piemonte e Toscana. Nella fascia cromatica peggiore quasi certamente resteranno Campania, Puglia e Valle d’Aosta. La Sardegna rischia, in bilico la Calabria. Il passaggio in arancione significherà negozi tutti aperti, compresi parrucchieri e centri estetici, possibilità di circolare nel Comune di residenza senza autocertificazione, scuole in presenza fino alla terza media e almeno al 50% alle superiori.
Che lo scenario sia in miglioramento lo aveva già annunciato questa mattina anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, intervenendo alla trasmissione “Buongiorno” di Sky Tg24. “È indubitabile”, aveva spiegato Locatelli, “che abbiamo avuto una riduzione significativa nel numero dei contagiati. Pur tenendo conto dei giorni di Pasqua e Pasquetta che hanno una connotazione particolare in termini di numero di tamponi eseguiti, rispetto alla metà del mese di marzo siamo scesi del 40% nel numero dei nuovi contagi e tutto questo indica l’efficacia delle misure, come sappiamo da tempo”.
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