Libera, è allarme: “Durante emergenza più attacchi informatici”

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Quando si parla di Covid, noi di Libera non parliamo più solo di pandemia, ma parliamo anche di sindemia. Cioè quel fenomeno che mette insieme l’emergenza sanitaria e sociale. Siamo in un momento nel quale il problema sanitario in realtà sta portando una serie di conseguenze economiche e sociali“, spiega Francesca Rispoli, della rete Libera, associazioni contro le mafie.

Libera: i rischi dei cittadini durante l’emergenza

I dati di Libera parlano chiaro: “Abbiamo rilevato, innanzitutto guardando al lavoro degli organi inquirenti, che nei mesi in cui la pandemia ha avuto più impatto, cioè durante la fase 1 e 2, è aumentata molto l’esposizione dei singoli cittadini e delle imprese alla criminalità organizzata e all’usura. Perché evidentemente c’è un rischio, c’è una mancanza di liquidità. E quindi le persone hanno bisogno di prestiti, anche senza garanzie, e trovano ‘liquidità da marciapiede’. Nel senso che oltre ai decreti liquidità varati dal governo, in realtà sappiamo che le cosche e i clan hanno la capacità di avvicinarsi a chi ne ha bisogno. Ce lo dimostrano anche gli arresti avvenuti ieri a Roma al Clan Senese“.

Questo bisogno di liquidità ha generato un ulteriore problema. Che gli studi di Libera evidenziano senza temi di smentita: “L’incremento per l’usura ad oggi è salito del 6,5%. Parliamo di ciò che già è attestato, ma in realtà sappiamo che in questi mesi molte persone sono ancora alla ricerca di liquidità. Quindi in realtà noi potremo tirare una riga e capire meglio quale è stato l’impatto di questi mesi di lockdown solo più avanti“.

Emergenza telematica e i guai delle imprese

Altro tema da non sottovalutare riguarda la sicurezza telematica. Che in questi mesi è stata spesso messa a repentaglio dalla crisi. Così Francesca Rispoli di Libera: “Da gennaio al 29 ottobre del 2020 sono stati rilevati 476 attacchi informatici, contro i 105 del 2019. Vuol dire un aumento di tre volte e mezzo, e che questi attacchi sono cresciuti esponenzialmente. Parliamo del 353%“.

La situazione di emergenza non riguarda peraltro solo i singoli cittadini. “Esiste un rischio liquidità per oltre 100 mila imprese e società di capitali – rileva Libera –. Queste ultime spesso non possono accedere ai fondi statali. Gli aiuti sono importanti, ma non devono essere piccoli e a pioggia, bensì inseriti in un quadro complessivo di ridisegno e sostegno tra pubblico e privato“.

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