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Sono passati 13 anni dal terremoto che il 6 aprile 2009 distrusse gran parte de L’Aquila e sconvolse i suoi abitanti. I Vigili del fuoco, con un video pubblicato sui propri canali social, ripercorrono le fasi di soccorso che si estesero per mesi. “Sono stati 216 mila gli interventi effettuati e 103 le persone salvate tra le macerie. I Vigili del fuoco lavorarono per mesi con 2.700 unità per prestare assistenza alla popolazione duramente colpita“, riferiscono su Twitter.
La tragedia che travolse L’Aquila e 56 Comuni limitrofi si compì in piena notte, in quel disgraziatamente indimenticabile 6 aprile. Erano le 3:32 quando la terra tremò per la prima volta, e in conseguenza del violentissimo evento sismico persero la vita ben 309 persone. La realtà, però, è che troppe cose non sono ancora ripartite da allora, in questo verdissimo e ancora ferito lembo d’Italia.
Se è vero che buona parte del centro storico sta ora vivendo una difficile rinascita, e che tre quarti dei palazzi privati sono stati ricostruiti, L’Aquila resta ancora in buona parte disabitata. E gli ultimi anni hanno reso la ripartenza ancora più difficile, per la crisi economica prima, il Covid poi e l’emergenza in Ucraina ora. Anche per questo, per la prima volta dal 2019, nella notte ha avuto luogo la tradizionale fiaccolata attraverso le strade cittadine, per ricordare le vittime del sisma.
I progetti per far ripartire L’Aquila non mancano, e sono oggi forse più convinti che in passato. A illustrarli è stato Giovanni Legnini, commissario alla ricostruzione. “Abbiamo percorso molta strada, grazie all’impegno di tantissime persone. Ora è possibile dare un nuovo e ulteriore impulso, grazie anche al processo di rigenerazione e rilancio economico e sociale. I programmi del fondo complementare al Pnrr accomunano in tal senso tutti i Comuni colpiti dai terremoti“, ha spiegato.
In questo 6 aprile 2022, però, L’Aquila si è anche unita in un virtuale abbraccio con l’Ucraina, la cui nazionale ciclisti alloggia attualmente in città grazie al progetto C.a.s.e. E proprio loro, che in Abruzzo hanno trovato un tetto dopo averlo perso, hanno acceso il braciere della memoria. “Noi al momento del bisogno abbiamo ricevuto tanta solidarietà. Ora vogliamo restituirne una parte, accogliendo chi in emergenza si trova ora“, ha spiegato Marco Marsilio, presidente della Regione.
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