Secondo quanto anticipato dal quotidiano “La Verità”, Domenico Arcuri sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per peculato. L’accusa rivolta all’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid sarebbe contenuta nel fascicolo sulle forniture di mascherine cinesi.
Il 24 febbraio scorso, per l’arrivo in Italia di una parte di queste mascherine senza certificazione, c’erano stati un arresto e quattro misure interdittive.
Secondo quanto reso noto da “La Verità”, la procura avrebbe contestato il reato di peculato anche ad Antonio Fabbrocini, stretto collaboratore di Arcuri e responsabile unico del procedimento per l’acquisto di 801 milioni di mascherine da tre diversi consorzi cinesi.
La replica di Arcuri
Parlando dell’articolo di “La Verità”, Arcuri ha dichiarato “di non avere notizia di quanto riportato dal suddetto quotidiano”. L’ex commissario straordinario, nonché la struttura già preposta alla gestione dell’emergenza, “continueranno, come da inizio indagine, a collaborare con le autorità inquirenti, nonché a fornire loro ogni informazione utile allo svolgimento delle indagini”.
La ricostruzione della Procura di Roma
Come riportato da “Il Fatto Quotidiano“, secondo gli inquirenti romani, dietro all’affaire delle mascherine ci sarebbe un “comitato d’affari”, un “sodalizio” composto da “freelance improvvisati desiderosi di speculare sull’epidemia” e “capace di interloquire e di condizionare le scelte della Pubblica amministrazione”. I suoi componenti avrebbero ottenuto provvigioni “indebite” per oltre 77 milioni di euro. Il merito è di quello che la Procura di Roma definisce “un certo ascendente” nei confronti della struttura commissariale.
Il passaggio da Arcuri a Figliuolo
Il primo marzo 2021, il premier Mario Draghi ha sostituito il commissario generale Domenico Arcuri con il Generale di Corpo di Armata Francesco Paolo Figliuolo. In quell’occasione il presidente del Consiglio dei Ministri aveva ringraziato pubblicamente l’amministratore delegato di Invitalia “per l’impegno e lo spirito di dedizione” con cui aveva “svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese”.