La Molisana, polemica sulla “pasta dal sapore littorio”

Nelle ultime ore, l’azienda La Molisana, nota per la produzione di pasta a filiera corta, è finita al centro di una polemica legata al nome di uno dei suoi prodotti. Si tratta delle “Abissine Rigate”, vendute nel resto del mondo come “shells” (conchiglie). A far discutere non è solo il nome della pasta, ma anche la sua descrizione sul sito dell’azienda (che da poco è stata modificata per evitare ogni possibile equivoco). “Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in ‘shells’, ovvero conchiglie. Hanno una forma morbida e accogliente, a scodella, l’esterno è rigato e ruvido e l’interno appare liscio; ideali per i sughi vegetali e freschi”. Anche la descrizione delle Tripoline n.68 ha fatto inarcare più di un sopracciglio: “Il nome evoca luoghi lontani, esotici ed ha un sapore coloniale”.

Le reazioni degli utenti sui social

Oltre alle Abissine Rigate, La Molisana propone altri tipi di pasta legati colonialismo italiano. “Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! Già Trilussa in un sonetto affermava che ‘appena mamma ce dice che so’ cotti li spaghetti, semo tutti d’accordo ner programma’”. Sui social, molti utenti hanno definito questa scelta di marketing e “storytelling” una “trovata infelice”, in quanto rimanda a un periodo buio della storia del nostro Paese.

La Molisana: “Nessun intento celebrativo”

Parlando della descrizione delle Abissine rigate, Rossella Ferro, responsabile marketing de La Molisana, ha precisato l’assenza si un qualsiasi intento celebrativo. Per evitare ogni ambiguità, l’azienda ha prontamente modificato “le schede descrittive dei prodotti”. “Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non controllare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. Ribadisco che non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico”, ha spiegato Ferro parlando con Repubblica.

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