Un errore materiale, che provoca l’annullamento di una sentenza di condanna a 30 anni di carcere. Questo il colpo di scena che stravolge il processo a carica di Laura Taroni, infermiera killer del pronto soccorso di Saronno (Comune in provincia di Varese). La donna era accusata, insieme all’amante medico Leonardo Cazzaniga, di aver ucciso sua madre e suo marito.
I giudici hanno stabilito che il processo d’appello dovrà essere nuovamente celebrato, davanti a una nuova sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano. A spiegarne il motivo è Cataldo Intrieri, avvocato della donna, che aveva presentato apposito ricorso. Nella sentenza che confermava il verdetto di primo grado del Gip di Busto Arsizio a carico dell’infermiera killer mancavano infatti 13 pagine. La sentenza ne prevedeva in tutto 122.
Si tratta dell’intera sezione relativa alla capacità di intendere e di volere dell’imputata, l’infermiera killer giudicata colpevole nella sentenza depositata lo scorso 30 novembre, dopo la pronuncia del 2 luglio. La condanna in primo grado risale invece al febbraio del 2018. Già allora il tribunale di Busto Arsizio stabilì una pena detentiva di 30 anni.
“La causa è riaperta“, ha spiegato l’avvocato Intrieri, come si può leggere sull’Ansa. “La decisione non riguarda solo il fatto che la sentenza fosse incompleta. Perché la Corte d’Appello di Milano aveva dimenticato solo una parte della motivazione, ma anche le prove sulla responsabilità per gli omicidi” per cui era arrivata la condanna a carico dell’infermiera killer.
Laura Taroni era stata condannata a 30 anni di reclusione dopo il rito abbreviato. I suoi capi di imputazione riguardavano gli omicidi del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici. Una vicenda per cui non solo la donna era finita a processo, ma anche Leonardo Cazzaniga. Ex primario di Saronno e amante dell’infermiera killer, quest’ultimo nello scorso mese di gennaio è stato ritenuto colpevole di dieci dei dodici omicidi per cui era imputato. Si trattava di persone che lui stesso aveva preso in cura e che erano morti in corsia. Ora però è tutto da rifare.
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