Prosegue l’inchiesta sull’incidente alla funivia Stresa-Mottarone: la caduta della cabina su cui domenica viaggiavano 15 persone, 14 delle quali sono morte. Oltre alle ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime, a breve la Procura di Verbania potrebbe essere anche aggiunta l’accusa di disastro colposo connesso all’attentato alla sicurezza dei trasporti.
La conferma di come è avvenuta la strage del Mottarone
La ricostruzione dei fatti principali dell’evento è tuttavia ormai abbastanza chiara. L’incidente è avvenuto quando la cabina era quasi arrivata alla stazione finale del Mottarone, a 1.385 metri d’altezza. È ormai confermato che a provocare l’incidente sia stata la rottura della fune trainante, pochi metri prima dell’ingresso della cabina nella stazione di arrivo. Non si sa ancora cosa potrebbe aver provocato la rottura né dove si sia spezzata. Se all’altezza del carrello o più avanti. In seguito alla rottura, la cabina è scivolata all’indietro lungo la fune portante, andandosi a schiantare a grande velocità contro l’ultimo pilone della funivia. È caduta a terra da un’altezza di circa 20 metri. Poi ha continuato a scivolare sul terreno in discesa per altre decine di metri.
L’altro elemento di cui si ha ragionevole sicurezza è che i freni, cioè le ganasce poste sul carrello che avrebbero dovuto ancorare la cabina alla fune portante dopo la rottura della fune trainante, non hanno funzionato. Avrebbero dovuto attivarsi automaticamente al momento della rottura ed evitare lo scivolamento l’indietro della cabina. Ma per qualche motivo ancora non chiaro non l’hanno fatto. Le ipotesi sul perché i freni non abbiano funzionato sono molto varie e per ora non sono confermate. Alcuni esperti sentiti dai giornali italiani hanno parlato di un possibile “effetto frusta” provocato dalla rottura del cavo trainante in tensione, che avrebbe scarrellato la cabina e impedito ai freni di attivarsi.
La questione del forchettone dimenticato nel carrello della cabina
È molto citata anche un’altra ipotesi, che per ora non ha alcun riscontro, secondo la quale nel carrello della cabina potrebbe essere stato dimenticato un “forchettone”, cioè un grosso attrezzo metallico usato durante le manutenzioni di routine per inibire l’attivazione del freno, attrezzo che va tolto quando la funivia è in servizio. Per ora la Procura non ha fatto menzione di questa ipotesi, che è stata citata esclusivamente dai giornali, e che però sembra per ora improbabile: se l’attrezzo fosse stato nel carrello, sarebbe stato trovato. Per ora l’indagine della Procura di Verbania è contro ignoti, ma è probabile che già nei prossimi giorni, diversi enti coinvolti nella gestione della funivia del Mottarone saranno iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto per consentire la preparazione della difesa e l’accesso agli atti.