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Quattro infermieri con tuta, guanti e mascherina attraversano Abbey Road come fecero i Beatles nel 1969 sulla copertina di uno dei dischi più conosciuti ed iconici della storia della musica. A camminare su quella strada questa volta non ci sono John, Paul, George, Ringo ma quattro infermieri, tra i tanti, impegnati nei reparti Covid. Questa la curiosa iniziativa presa nell’ospedale di Varese.
Beatles in corsia: i perché dell’iniziativa
“Abbiamo pensato di fare questa cosa verso giugno, quando la situazione era un po’ più calma e dovevamo ricompattare un gruppo che era tutto eterogeneo e composto da diverse unità operative. Abbiamo pensato che fosse un modo carino per unirci un po’ di più“, racconta Giulia Cappellani, referente infermieristica dell’Hub Covid dell’Ospedale di Circolo di Varese. Un effetto Beatles che ha fatto vedere i suoi benefici, ma che sta tornando a lasciare il posto alla grande paura ora che l’emergenza è tornata assoluta.
“Ce l’aspettavamo, ma forse non così presto“, si mormora infatti. Nei corridoi del reparto alcune infermiere raccontano che “la situazione emotiva è difficile” ma “teniamo botta“. Un modo, come quello del richiamo ai Beatles, per farsi forza anche in un periodo drammatico e complicato come quello che a Varese e in tutta Italia si sta attraversando.
Varese: la preoccupazione delle infermiere e l’appello ai negazionisti
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“Noi in realtà, bene o male, non ci siamo mai fermati da marzo in poi. Ce la siamo quindi fatta tutta, e nel frattempo il carico di lavoro è anche aumentato. Si vede che i pazienti sono tornati ad essere tanti“, aggiunge un’altra infermiera. “Siamo un po’ preoccupati. Siamo pronti ad affrontarlo, ma consapevoli di quello che c’è di fronte. E la differenza da marzo è proprio qui“, spiega Giulia Cappellani. Molto seria e allarmata a dispetto dell’allegra immagine dei Beatles che campeggia sulla sua felpa.
Ma non sono solo i Beatles a dare forza alle infermiere di Varese. “Per il momento il gruppo è bello, per cui il morale bene o male è alto. Ci diamo costantemente una mano tra di noi. Poi la situazione non è facile, ma con il gruppo si riesce a lavorare“, spiegano le infermiere. E anche se il virus, come ammettono, “sembra diventato più aggressivo e i pazienti sembrano peggiorare rapidamente. È difficile, ma noi ce la mettiamo tutta“, conclude un’infermiera correndo da un paziente all’altro: “Vi prego, fate la vostra parte“.
A margine dell’intervista il direttore dell’Hub Covid, Francesco Dentali, ha voluto raccontare la difficile situazione della sua stessa mamma, ricoverata in terapia intensiva, e ha rivolto un appello ai negazionisti: “Se non fai fronte all’apocalisse non muore solo mia mamma, muoiono tutti. Quando parlo con un negazionista provo sempre a spiegare che qui la malattia è reale e molto grave. Tutti quelli che conoscono questa situazione devono provare a spiegare. Far cambiare idea anche ad un numero limitato di persone sarebbe un successo. Noi ora riusciamo ancora a fare da argine al numero di contagi ma se il trend continuerà a cresce così, non riusciremo a farvi fronte in futuro”.